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Test Mantoux: cosa è e quando fare la prova della tubercolina

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Aggiornamenti al 10 Marzo 2025

Dove e come si può prenotare il test mantoux in tempi brevi?
Puoi richiedere di effettuare il “test mantoux” o tst presso il Cesmet-Clinica del Viaggiatore.  L’effettuazione del test, le valutazioni della reazione cutanea, e l’interpretazione è eseguita da medici infettivologi esperti.
Puoi anche prenotare l’effettuazione del “test Quantiferon”.

Per prenotare il tuo test  di MANTOUX e QUANTIFERON clicca qui,

oppure scrivi direttamente un whatsapp al 3466000899 o alla segreteria Cesmet  seg.cesmet@gmail.com

 

CONVENZIONI PER CONCORSI PUBBLICI, UNIVERSITA’, SCUOLE
Il Centro Cesmet Clinica del Viaggiatore, una struttura specializzata nel trattamento di malattie infettive e tropicali, è abilitato a condurre test diagnostici e prevenzione, come il test tubercolinico (Mantoux), per concorsi universitari, scolastici, forze armate e concorsi pubblici. I referti e le certificazioni rilasciati dal centro per attestare il risultato dei test sono riconosciuti ufficialmente dalle istituzioni universitarie, dagli enti pubblici e da altre organizzazioni per fini istituzionali e procedurali.

Esiste una convenzione per Concorsi pubblici e per le Università e le scuole?
Il Centro Cesmet Clinica del Viaggiatore ha stabilito delle convenzioni per i concorsi pubblici, le università, e le scuole, offrendo servizi diagnostici e test, come il test tubercolinico (Mantoux), a costi ridotti rispetto alle tariffe normalmente applicate per richieste di lavoro e clinici privati. Inoltre, non è necessaria alcuna impegnativa per accedere ai prezzi agevolati previsti dalla convenzione. Questa iniziativa consente a studenti, insegnanti, e partecipanti a concorsi pubblici di accedere a questi servizi sanitari specializzati in modo conveniente e accessibile.

 

Quanti e quali sono i test per evidenziare la tubercolosi o il contatto con il Mycobacterium Tubercolosis?

Esistono diversi tipi di test che vengono utilizzati per:
(1) confermare la diagnosi clinica di tubercolosi “sintomatica”;
(2) valutare una infezione “asintomatica” da Mycobacterium tuberculosis, di tipo “latente”;
(3) valutare l’entità della risposta immunitaria al contatto con le proteine tubercolari;

Questi test sono cruciali per:
(a) l’identificazione di un’eventuale infezione tubercolare latente o attiva;
(b) per valutare la risposta immunitaria al micobatterio tubercolare e al vaccino antitubercolare.

Qui di seguito sono elencati i principali test disponibili:

MANTOUX TEST
MANTOUX TEST

1. Test Mantoux (o test tubercolinico):
Il test Mantoux è uno dei metodi più comuni e semplici da effettuare, per rilevare un’infezione tubercolare latente. Consiste nell’iniettare una piccola quantità di derivato proteico purificato (PPD) del Mycobacterium tuberculosis sotto la pelle, solitamente sul lato interno dell’avambraccio (test in vivo). Dopo 48-72 ore, la reazione cutanea viene valutata dal medico per determinare se il paziente è stato esposto al batterio o al vaccino.
2. Test Quantiferon (o test IGRA):
Il test Quantiferon, noto anche come test IGRA (Interferon Gamma Release Assay), è un esame del sangue che misura la risposta immunitaria – infiammatoria al Mycobacterium tuberculosis. Il test consiste nel prelievo di un campione di sangue venoso che viene successivamente “stimolato” con antigeni specifici del Mycobacterium tuberculosis. La produzione di interferone-gamma viene misurata per determinare se il paziente ha avuto un contatto con il batterio.
.3. altri test per TBC:
Esistono anche altri esami diagnostico-clinici oltre ai precedenti. (a) gli esami culturali dell’escreato (saliva); (b) gli esami radiologici del torace e la TAC (tomografia computerizzata); tutti esami utilizzati per la diagnosi della tubercolosi attiva o per identificare eventuali lesioni che potrebbero     essere associate alla malattia.
È importante notare che ogni metodo diagnostico può avere i suoi vantaggi e svantaggi e che la scelta del test da utilizzare dipende da vari fattori, come la disponibilità del test stesso, le caratteristiche cliniche del paziente e l’obiettivo della valutazione diagnostica.

Entrambi i test diagnostici, Mantoux e Quantiferon, sono strumenti diagnostici “chiave” che forniscono informazioni sulla possibile esposizione dell’organismo al batterio Mycobacterium tuberculosis. Evidenziano la risposta del sistema immunitario al contatto con gli antigeni tubercolari. La risposta cellulare nel sottocutaneo il primo test, e le prime fasi della risposta infiammatoria (produzione citochine e interferon) il secondo test.
Ambedue i test aiutano a individuare non solo se un’infezione tubercolare è presente ed attiva, ma anche se essa è latente, asintomatica. Forniscono entrambi un’indicazione delle capacità di risposta immunitaria del paziente nei confronti del micobatterio, da prospettive differenti.
L’identificazione di un’eventuale infezione tubercolare (presenza del batterio all’interno dell’organismo) è essenziale per una diagnosi accurata e precoce, che consenta un trattamento tempestivo e adeguato, prevenendo così la progressione della malattia e riducendo il rischio di complicazioni e di trasmissione del batterio ai contatti stretti.
Inoltre, la valutazione dello stato dell’immunità cellulo-mediata è importante sia per comprendere come il sistema immunitario del paziente sta rispondendo all’infezione sia per determinare la strategia terapeutica più appropriata. Una corretta valutazione dei test, se positiva, consente anche la possibilità di effettuare una profilassi per ridurre il rischio di attivazione della malattia in caso di infezione latente asintomatica.
In definitiva, questi test diagnostici sono strumenti essenziali nella lotta contro la tubercolosi, contribuendo alla prevenzione e al controllo della malattia e migliorando la salute pubblica a livello globale.

 

(A)
 TEST MANTOUX

Cosa è il test mantoux per la tubercolina?
Il test cutaneo alla tubercolina (TST o MANTOUX),
denominato anche test in vivo, in quanto la reazione delle cellule linfocitarie avviene nel tessuto sottocutaneo del tuo braccio, con una risposta “cellulo-mediata in situ”, ossia l’attivazione linfocitaria nel luogo dove viene iniettato “l’antigene tubercolare”. E’ un esame che mostra la risposta dei linfociti T nel sottocutaneo, in un certo senso più sensibile e di maggiore interpretazione rispetto al test in vitro (di laboratorio) denominato Quantiferon. Sicuramente richiede una lettura attenta ed eseguita da personale esperto. Il test facilita il medico nella diagnosi clinica e nella interpretazione dei sintomi sospetti del paziente. Con questo test è possibile valutare la risposta intradermica “ritardata”, ossia sotto la pelle e dopo 2/3 giorni dall’effettuazione, dovuta all’ipersensibilità all’antigene somministrato, un derivato proteico purificato (PPD) dal Mycobacterium tuberculosis.

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Come funziona il TEST CUTANEO DELLA TUBERCOLINA
Il test cutaneo della tubercolina è considerato la principale prova per individuare l’infezione o il contatto avvenuto con il batterio della tubercolosi ( o TBC).
La tubercolina è una frazione proteica del bacillo tubercolare che, una volta iniettata nell’organismo provoca, nel punto di inoculo, una risposta immunitaria con un richiamo dei globuli bianchi, che si manifesta con un ingolfo linfocitario e l’attivazione della reazione infiammatoria nel sottocutaneo.
Il test è innocuo e sicuro e privo di conseguenze sulla salute, effettuabile anche durante la gravidanza e l’allattamento.
Se positivo può provocare una reazione infiammatoria anche intensa nel luogo di inoculo caratterizzata da gonfiore, rossore, indolenzimento e raramente un lieve rialzo febbrile.
Si esegue per valutare eventuali contatti, anche remoti, con il “Mycobacterium Tubercolosis”, ossia con il batterio responsabile della malattia tubercolare. La positività del test indica un contatto “passato o recente” con il batterio della tubercolosi ma questo non equivale ad essere sintomatici o ad essere ancora infettati dal batterio. La valutazione in questo senso è clinica e deve essere eseguita da un medico esperto.

Come si esegue il test mantoux?
Si sceglie e disinfetta una piccola superficie dell’avambraccio e si inietta superficialmente con una siringa da insulina con ago sottilissimo la dose di tubercolina. Deve comparire un piccolo pomfo sulla cute che lentamente si riassorbe. La risposta cutanea si manifesta dopo 48 / 72 ore dall’inoculazione. La prima lettura si esegue a 48 ore, ma non bisogna andare oltre le 72 dall’avvenuta inoculazione.

Cosa si evidenzia al termine delle 48 e come si esegue la lettura del test?
Il test è negativo quando non lascia alcuna traccia a livello del punto di inoculo.
Il test è positivo, nelle sue gradazioni (lieve – medio – molto), quando compare un’area di cute infiammata con una papula centrale indurita. In caso di forte positività per la presenza attiva di Mycobatterio può comparire anche una ulcerazione cutanea.

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Quindi come viene classificata la risposta secondo l’interpretazione della reazione ?

I risultati del test devono essere interpretati con attenzione. La situazione clinica della persona e l’attività del micobatterio al suo interno determinano la dimensione dell’indurimento e l’ampiezza della risposta positiva (valutata in 5 mm, 10 mm o 15 mm).

In reazioni particolarmente forti talvolta si manifestano vescicole, bolle, linfangite, ulcerazione e necrosi nel sito del test e nelle aree limitrofi. La formazione di vescicole, bolle o necrosi nel sito del test indica un alto grado di sensibilità alla tubercolina e quindi la presenza di un’infezione da bacilli tubercolari.

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La risposta viene classificata in:

 negativa: assenza di indurimento ed eritema inferiore a 2 mm di diametro;Immagine che contiene testo, metro, persona Descrizione generata automaticamente
 dubbia: anche con parvenza di lieve indurimento ed eritema tra i 2 a 4 mm di diametro;
 positiva: con indurimento dermico evidente ed eritema tra i 5 mm ed i 15 mm di diametro.
 intensamente positiva: con eritema oltre i 15 mm e con papula indurita che può necrotizzare centralmente e con reazione infiammatoria è moto evidente.

Il test negativo evidenzia l’assenza di contatto con il bacillo della tubercolosi.

Il test positivo evidenzia un contatto con il bacillo tubercolare e la risposta è proporzionale allo stato di attività del microrganismo. In ogni caso va sottolineato che il test non fa diagnosi di tubercolosi ma evidenzia solamente la presenza di risposta immunologica, la diagnosi è squisitamente clinica con l’aiuto del quadro radiologico.

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Quando è opportuno eseguire il test cutaneo alla tubercolina (Mantoux Test)

l test di Mantoux è uno strumento importante per identificare precocemente l’infezione da tubercolosi, anche in forma latente. Ecco quando è opportuno eseguirlo:

                                              1. Situazioni di rischio

Il test è consigliato per chi:

– Ha vissuto o viaggiato in aree ad alta diffusione di tubercolosi, specialmente nei paesi tropicali;
– Ha avuto contatti stretti con persone affette da tubercolosi;
– Ha trascorso tempo in ambienti chiusi e poco areati dove potrebbero esserci portatori del batterio;

                                             2. Categorie professionali a rischio

È particolarmente importante per:

  Personale sanitario (medici, infermieri, operatori sanitari)
 Viaggiatori internazionali che si recano per qualsiasi motivo in aree ad alta presenza di tubercolosi ed hanno contatti con la popolazione locale;
 Insegnanti, volontari, religiosi e altri lavoratori a contatto frequente con la popolazione proveniente da paesi endemici, soprattutto in ambienti chiusi e affollati;

                                              3. Screening preventivo

Il test può essere utile come screening per:

– Immigrati arrivati recentemente da paesi ad alta incidenza di tubercolosi;
– Persone che iniziano lavori o scuole/formazione in ambienti a rischio (università; ambienti militari; altro)

Monitoraggio periodico (metodo di controllo e prevenzione)

Per le categorie a rischio, si consiglia di effettuare:

– Un test di controllo iniziale
– Test periodici per monitorare eventuali esposizioni

Perché è importante

Il test di Mantoux aiuta a:

– Identificare l’infezione tubercolare latente (LTBI), che è asintomatica e nella maggior parte dei casi non contagiosa;
– Permettere un trattamento tempestivo dell’infezione latente, riducendo il rischio di sviluppo della malattia attiva;
– Prevenire la diffusione della tubercolosi, specialmente in ambienti a rischio;

 

Conclusione

Il test di Mantoux è uno strumento sicuro ed efficace, semplice da eseguire in qualsiasi ambiente o situazione, ma di difficile lettura, spesso soggettiva. E’ utile per la prevenzione e il controllo della tubercolosi. E’ utile negli screening di popolazione. Se rientri in una delle categorie a rischio o hai dubbi, consulta un medico esperto per valutare l’opportunità di eseguire il test. Il Quantiferon nei casi dubbi diventa un importante test di conferma.
La prevenzione è fondamentale per proteggere la tua salute e quella di chi ti circonda.

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(B)
 TEST QUANTIFERON

Cosa è il test quantiferon per la tubercolina?
Il test QuantiFERON è un esame diagnostico, di laboratorio, utilizzato principalmente per rilevare l’infezione da Mycobacterium tuberculosis, il batterio responsabile della tubercolosi (TB). Questo test misura la risposta infiammatoria “in vitro” (in laboratorio) della persona a specifiche proteine antigeniche tubercolari.


Funzionamento del Test QuantiFERON

   Procedura e Metodo

1.Prelievo di Sangue: Viene prelevato alla persona un campione di sangue venoso, a digiuno.
2.Incubazione: Il campione si sangue (siero) viene incubato con proteine antigeniche specifiche del Mycobacterium Tuberculosis. L’incubazione del siero del paziente nel test QuantiFERON avviene a una temperatura di 37 °C e deve essere effettuata entro 16 ore dal prelievo del sangue. Il periodo di incubazione effettivo dura tra le 16 e le 24 ore. Durante questo tempo, i linfociti T della persona presenti nel campione di sangue rispondono agli antigeni specifici del Mycobacterium Tuberculosis, producendo interferone-gamma (IFN-γ), che è il parametro misurato per valutare la presenza di un’infezione tubercolare.
3.Misurazione della Risposta Immunitaria: Dopo l’incubazione, si misura la produzione di interferone-gamma (IFN-γ) da parte dei linfociti T del paziente in risposta agli antigeni. Un aumento significativo di IFN-γ indica una risposta immuno – infiammatoria positiva, suggerendo un’infezione attiva o latente da tubercolosi.

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Risposta Immunologica – infiammatoria e Produzione di Linfochine

Meccanismi di Risposta
(
tutto quanto è descritto di seguito avviene in laboratorio, nelle provette destinate al test, sul sangue del paziente che possiede tutti i componenti cellulari presenti normalmente nell’organismo. La reazione avviene quindi tra le proteine antigeniche fornite e le cellule del sangue).

Quando nel nostro organismo le cellule del sistema immunitario riconoscono un microbo che è entrato ed ha infettato la persona, i linfociti T, in particolare i “linfociti T helper (Th)”, si attivano, nel punto dove è avvenuto il contatto, e iniziano a produrre linfochine, che sono citochine specifiche per la modulazione della risposta immunitaria e infiammatoria. Le principali linfochine coinvolte includono:

 Interleuchina-2 (IL-2): Stimola la proliferazione dei linfociti T e delle cellule natural killer.
 Interferone-gamma (IFN-γ): Gioca un ruolo cruciale nell’attivazione dei macrofagi e nell’inibizione della replicazione virale.


Produzione di linfochine all’interno dell’organismo

La produzione di linfochine avviene attraverso vari meccanismi:

1.Attivazione dei Linfociti T: L’antigene del microbo viene adeso ad alcune cellule specifiche e viene presentato da parte di queste “cellule presentanti l’antigene (APC)” attivando i linfociti T. I linfociti T helper si attivano attraverso il legame tra il recettore T-cellulare e l’antigene associato alle molecole del complesso maggiore di istocompatibilità (MHC).
2.Secrezione di Linfochine: Una volta attivati, i linfociti T helper ed altri secernono “linfochine” che agiscono su altre cellule del sistema immunitario, amplificando la risposta immunitaria ed infiammatoria.
3.Da questo momento si attiva la risposta immunitaria – cellulare da una parte e la risposta infiammatoria; due meccanismi che fanno come scopo comune quello di eliminare la risposta del microrganismo dalla persona infettata.

In laboratorio si sfrutta lo stesso meccanismo inserendo in una provetta le proteine antigeniche del batterio della tubercolosi e le cellule immunitarie presenti nel sangue prelevato dalla persona.

In sintesi,
il test QuantiFERON sfrutta, in provetta, la capacità del sistema immunitario di rispondere a specifici antigeni tubercolari, misurando la produzione di IFN-γ come indicatore dell’infezione.
La risposta immunologica è mediata dalla produzione di linfochine che modulano e coordinano le attività delle cellule immunitarie.

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Dopo quanto tempo dal contatto il test diventa positivo sia nel test in vivo che in quello in vitro?

In caso di contatto con il Mycobatterio della Tubercolosi generalmente è necessario un periodo di due / tre mesi, affinché si verifichi la conversione del test cutaneo alla tubercolina, cioè che questo esame diventi positivo e segnali l’avvenuto contatto con il batterio.

Nel caso di viaggiatori internazionali, delle categorie precedentemente individuate, sarebbe auspicabile l’effettuazione di un test MANTOUX prima del viaggio e dopo 3 mesi dal rientro. In caso di soggiorni prolungati, in ambienti di lavoro dove viene favorito un contatto prolungato, sarebbe consigliato effettuare il test una volta l’anno.

Cosa fare con le persone immunocompromesse?

Per le persone immuno compromesse, con difese immunitarie deboli o compromesse, che hanno avuto di recente uno stretto contatto con casi noti infettivi di tubercolosi, la terapia per LTBI può iniziare anche se il TST risulta negativo.
I pazienti risultati positivi al MANTOUX – TST o all’IGRA devono essere sottoposti a valutazione clinica per escludere una tubercolosi attiva e per valutare l’eventuale necessità di terapia contro l’infezione latente. E’ sempre necessaria una valutazione clinica, dei sintomi, della obiettività polmonare e sistemica a cui segue un esame radiografico del torace, dopo aver effettuato un test Mantoux, risultato positivo.

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Un contributo chiaro alla interpretazione del test Mantoux

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La Tubercolosi: Un’Emergenza Globale che Riguarda Anche l’Italia

La Tubercolosi è una emergenza globale che riguarda non solo i paesi a scarso livello igienico ma anche i paesi avanzati tra cui Europa e USA. Anche l’Italia è presa dal fenomeno. ( 09 marzo 2025)
La tubercolosi (TB) continua a rappresentare una delle più gravi emergenze sanitarie a livello mondiale, ben lontana dall’essere un ricordo dell’era vittoriana. Negli ultimi anni, la malattia ha ripreso vigore anche in paesi sviluppati, con focolai significativi che rappresentano un campanello d’allarme per i sistemi sanitari nazionali e globali.

Il ritorno della tubercolosi nei paesi sviluppati
Uno dei più vasti focolai di tubercolosi nella storia degli Stati Uniti si è recentemente verificato in Kansas, dove nell’ultimo anno sono state diagnosticate 67 persone affette da TB. Questo incremento si inserisce in un trend di crescita continua dei casi negli Stati Uniti dall’inizio della pandemia di COVID-19. La tubercolosi, lungi dall’essere un problema del passato, è tornata a essere la principale causa di morte al mondo per un singolo agente infettivo, dopo tre anni in cui questo triste primato era detenuto dal COVID-19.
Nel Regno Unito, i tassi di TB sono diminuiti costantemente tra il 2011 e il 2020, ma questa tendenza positiva si è invertita dall’emergere del COVID. Nel 2023, si è registrato un aumento del 13% del numero di persone ammalatesi di TB in Inghilterra rispetto all’anno precedente, mettendo a rischio lo status di “bassa incidenza di TB” del paese.

La situazione italiana: dati e tendenze
Anche l’Italia è interessata dal fenomeno, sebbene con numeri più contenuti rispetto ad altri paesi. Nel 2023 sono stati registrati 2.600 nuovi casi diagnosticati di tubercolosi, corrispondenti a un tasso di 4,4 casi per 100.000 abitanti. Questo dato, pur rappresentando un calo del 33% rispetto al 2015, è ancora lontano dall’obiettivo di ridurre l’incidenza del 50% entro il 2025. Nel 2022, i casi notificati erano stati 2.700, con un’incidenza pari a 4,6 ogni 100.000 abitanti.
Dal 2020, l’Italia ha registrato meno di 3.000 casi all’anno, con 2.480 casi notificati nel 2021. Nonostante questi numeri possano apparire relativamente bassi, gli esperti avvertono che dal 2025 la tubercolosi potrebbe diventare la principale causa di decesso per singolo agente infettivo.

Chi sono i soggetti più a rischio in Italia
In Italia, i casi di tubercolosi riguardano principalmente due categorie di persone. Da un lato, i migranti che spesso sono entrati in contatto con il micobatterio anni prima nel loro Paese di origine e che poi si ammalano dopo l’arrivo in Italia, anche a causa delle condizioni di stress e dell’abbassamento delle difese immunitarie legati al viaggio e alla nuova condizione. Dall’altro lato, ci sono pazienti anziani nati in Italia che hanno contratto il batterio in gioventù, quando la TB era una malattia più frequente, e che sviluppano la malattia in età avanzata, quando il fisico è più fragile.
La tubercolosi è infatti tornata a costituire un’emergenza soprattutto presso le popolazioni vulnerabili, tra cui soggetti migranti, pazienti immunodepressi, e persone che vivono in contesti di convivenza stretta come rifugi per senzatetto e carceri.

Diagnosi della tubercolosi: i test più utilizzati
La diagnosi precoce della tubercolosi è fondamentale per prevenire problemi di salute a lungo termine e ridurre la trasmissione dell’infezione. Due sono i principali test utilizzati per la diagnosi: il Test di Mantoux e il Quantiferon.

Il Test di Mantoux
Il Test di Mantoux, test in vivo, noto anche come test cutaneo alla tubercolina (TST), è un metodo di screening tradizionale per verificare la presenza di infezione, anche latente, da parte del Micobatterio della Tubercolosi. Viene eseguito mediante un’iniezione intradermica di una soluzione contenente derivati proteici purificati della tubercolina nella parte interna dell’avambraccio. Viene studiata la reazione delle cellule linfocitarie e di altre famiglie di globuli bianchi a livello intradermico. (da qui test in vivo)
Se il test è positivo, si sviluppa un rigonfiamento cutaneo duro con un diametro che supera un valore soglia (5, 10 o 15 mm in base alla classe di rischio del paziente) nelle successive 48-72 ore. La misurazione di questa reazione cutanea aiuta a quantificare la risposta immunitaria del paziente, offrendo informazioni importanti sulla storia dell’esposizione al Mycobacterium tuberculosis.
È importante notare che la positività al test per un paziente con infezione in corso si verifica solo dopo 8 settimane dal contagio (periodo finestra), quindi in casi di sospetto contagio, anche in presenza di test negativo, è necessario ripeterlo dopo 8-10 settimane.

Il Test Quantiferon
Il Quantiferon è un test di laboratorio (test in vitro) che può affiancare, non sostituire, la reazione intradermica della Mantoux. Viene utilizzato per diagnosticare sia la tubercolosi polmonare attiva e l’infezione da micobatteri non tubercolari, sia per individuare un’infezione latente di tipo tubercolare.
A differenza del test Mantoux, il Quantiferon misura la quantità di interferone gamma prodotta dai linfociti T e dai monociti prelevati e messi a contatto con gli antigeni specifici del Mycobacterium tuberculosis (ESAT-6 e CFP-10). Il risultato viene espresso in termini di positivo/negativo: la positività si riscontra in caso di soggetti con un’infezione tubercolare in atto o latente, mentre i soggetti vaccinati risultano negativi.Un vantaggio significativo del Quantiferon è che non produce reazioni crociate in soggetti vaccinati con BCG, riducendo così i falsi positivi rispetto al test Mantoux.

Le sfide della prevenzione e del trattamento
Per contrastare efficacemente la diffusione della tubercolosi, è essenziale avviare programmi di sorveglianza che includano anche i casi di infezione latente. Attualmente, in Italia non esiste un registro centralizzato che raccolga le notifiche provenienti dalle strutture locali e dal Ministero della Sanità, il che rende più difficile il monitoraggio e la prevenzione di eventuali aumenti della malattia.
Inoltre, il trattamento della tubercolosi richiede terapie lunghe, di almeno sei mesi, che in alcuni casi possono essere anche più prolungate. Sebbene a livello globale il tasso di successo del trattamento per la tubercolosi sensibile ai farmaci rimanga elevato (88%), la gestione dei casi resistenti ai farmaci rappresenta una sfida crescente.

Un problema globale che richiede soluzioni condivise
La tubercolosi è un’infezione aerea che non rispetta i confini nazionali. Con l’aumento dei movimenti di massa, anche a causa del cambiamento climatico e dei conflitti, il principio secondo cui “la TB ovunque è TB ovunque” è oggi più valido che mai.
Per porre fine alla tubercolosi, sia negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Italia o a livello globale, è fondamentale ricordare e applicare il vecchio adagio medico: curare la persona, non la malattia. Questo implica non solo migliorare i metodi diagnostici e terapeutici, ma anche affrontare le condizioni socioeconomiche che favoriscono la diffusione della TB, come la povertà, il sovraffollamento e la malnutrizione, l’ambiente dove si vive. Aria e sole rimangono due paletti fondamentali per il controllo della persona..
L’obiettivo di eliminare la tubercolosi entro il 2035 appare ancora lontano, ma con un impegno coordinato a livello globale, nazionale e locale, è possibile fare significativi passi avanti nella lotta contro questa antica ma persistente minaccia.

https://www.clinicadelviaggiatore.com/test-mantoux-o-tst-o-test-igra-quantiferon/
https://www.epicentro.iss.it/tubercolosi/Tb_Mdr-Xdr
https://www.epicentro.iss.it/tubercolosi/epidemiologia

 

dr. Paolo Meo
direttoro POLO VIAGGI – la clinica del viaggiatore
CESMET – ARTEMISIA

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Vaccino della DENGUE, una novità.

 

Esiste un nuovo vaccino contro la DENGUE?
Si esiste un nuovo vaccino contro la febbre virale da Dengue. Finalmente dopo anni di studi ed anche di scarsi risultati è stato approvato anche in Europa un Vaccino sicuro ed efficace contro la Febbre Dengue.

 

Quando è stato approvato il vaccino contro la DENGUE?
Il nuovo vaccino contro la Dengue è stato approvato dalla Commissione Europea nel Dicembre 2022 L’EMA ha concesso l’autorizzazione all’immissione in commercio del vaccino contro la dengue all’azienda Takeda per prevenire l’insorgenza della malattia infettiva nella popolazione a partire dai 4 anni di età. Il vaccino ha il nome commerciale di Qdenga.

Qual’è la casa farmaceutica che produce il vaccino contro la DENGUE?
La casa farmaceutica che produce il vaccino contro la Dengue è la Takeda che ha iniziato la produzione del vaccino QDEnga. Il vaccino è prodotto con virus vivo attenuato in grado di proteggere dai 4 sierotipi.

A chi si somministra il vaccino contro la Dengue?
Il vaccino contro la Dengue si somministra a tutti i residenti nelle aree infette o a rischio ed ai viaggiatori che per motivi di lavoro o di turismo si recano nelle aree a rischio Dengue.
Si può somministrare a partire dai 4 anni di età in avanti. Vengono somministrate 2 dosi a distanza di 3 mesi. Al momento non vi sono dati per quando somministrare un’eventuale dose di richiamo, probabilmente il richiamo dovrebbe essere effettuato dopo 3- 5 anni, per mantenere l’immunità.
Il vaccino è ben tollerato ed è sicuro nella sua somministrazione. Tra gli effetti più comuni, simili ad altri vaccini potrebbe comparire dolenzia in sede di inoculo, pesantezza di testa, eventuale dolore muscolare. La somministrazione avviene per via sottocutanea nel muscolo deltoide o nella gamba (quadricipite) per i più piccoli.
Il vaccino protegge dalla reinfezione coloro che in passato hanno contratto la Dengue. Caratteristica molto importante in quanto in alcuni casi la reinfezione può manifestarsi con sintomi più gravi.

INFORMAZIONI SUL VACCINO QDENGA

Che cosa è la DENGUE? INFO SULLA MALATTIA
La Dengue é una malattia acuta, virale, trasmessa all’uomo dalla puntura di alcuni tipi di zanzara AEDES (Aegypti, Albopictus). Il serbatoio principale è umano ma non si ha contagio diretto tra esseri umani. Una volta infettato l’uomo trasporta il virus che circola nel sangue per 2-7- giorni. Questo è il periodo in cui la zanzara, pungendo e succhiando il sangue, si infetta e lo trasmette ad altre persone. Ed il ciclo del virus si mantiene.
Quattro sono i tipi del virus Dengue. I più diffusi sono il 2 ed il 4.

Dove è diffusa la DENGUE?
La Dengue è diffusa in tutto il Sud – Est Asiatico, nell’Asia sud – Occidentale, in Oceania ed in Estremo Oriente. E’ presente anche nell’Africa Sub – Sahariana, nell’America centrale ed in quella Sub – Tropicale, nei Caraibi. Si stima che oltre il 50% della popolazione mondiale sia a rischio di questa malattia.
Attualmente oltre 4 miliardi di persone vivono in 125 Paesi a rischio Dengue.
La diffusione della dengue continua ad aumentare ed in molte regioni tropicali nel post pandemia del Covid-19 ha avuto un aumento anche del 500/700%. Numeri impressionanti, anche per l’incuria a cui è stato abbandonato l’ambiente dove si riproducono gli insetti.
L’Europa ed in particolare i paesi del bacino del mediterraneo, a causa dei cambiamenti climatici, per aumento di calore, umidità e piogge, ma anche per l’aumento di spostamento di merci e persone sono diventati paesi a rischio Dengue, dove già si presentano sporadici focolai autoctoni della malattia.

Quali sono i sintomi della Dengue?
La febbre elevata ed il forte dolore muscolo articolare sono i sintomi caratteristici, con cefalea e forte astenia. Dolori retro bulbari, tumefazioni delle palpebre, raramente emorragie congiuntivali. Completano il quadro la nausea il vomito ed i dolori addominali. L’irritazione della pelle compare sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dalla comparsa della febbre.
I sintomi si sviluppano generalmente nell’arco di una settimana dalla puntura di zanzara, talvolta dopo alcune settimane.

Quale è il trattamento della Dengue?
Non esiste un trattamento specifico diretto sul virus della dengue. I trattamenti sono sintomatici sulla forte reazione infiammatoria innescata dal sistema immunitario alla presenza del virus. I trattamenti consistono nella somministrazione di antinfiammatori, antipiretici, riposo assoluto, somministrazione di liquidi al malato per combattere la disidratazione. Stanchezza e depressione possono permanere anche per alcune settimane
Nella maggior parte dei casi le persone guariscono completamente in due settimane.
La malattia può svilupparsi sotto forma di febbre emorragica con emorragie gravi da diverse parti del corpo che possono causare collassi e, in alcuni casi risultare fatali.
La diagnosi è clinica, ossia viene effettuata in base ai sintomi. La conferma avviene attraverso una più accurata ricerca degli anticorpi specifici in campioni di sangue.

Come si previene e come ci si protegge dalla Dengue?
La prima linea difensiva nei confronti della Dengue è quella di evitare la puntura di zanzare che sono vettori del virus. Prioritario l’uso di repellenti, vestiti adeguati e protettivi, zanzariere trattate dove dormire.
L’attenzione e la cura dell’ambiente diventa il mezzo più efficace per la lotta sistematica alla zanzara che funge da vettore della malattia. Ognuno può contribuire al controllo della crescita della zanzara eliminando tutti i ristagni d’acqua in prossimità delle proprie abitazioni (sottovasi, secchi, stoviglie piene d’acqua). Le autorità sono tenute ad effettuare campagne di disinfestazione.

Vaccino della DENGUE, una novità. Leggi tutto »

Alzheimer, una scoperta sensazionale

Un gruppo di scienziati dell’Università di Pittsburgh  ha compiuto un straordinario passo avanti  nella lotta contro l’Alzheimer,cell, neurons, lights, fire, energy, fractals, brain, art, textures, lightning, pattern, science, space, night, motion, star, nature, flash, sky, night sky, fireworks, wallpaper, cell, neurons, neurons, neurons, neurons, neurons, brain, brain sviluppando un test rivoluzionario capace di  rivelare la malattia anni prima  della comparsa dei sintomi. Questa scoperta  senza precedenti  segna una svolta fondamentale nella medicina preventiva, aprendo la strada a interventi tempestivi per contrastare o persino prevenire  la progressione della patologia. Il test, basato sull’analisi di biomarcatori nel sangue (proteina Tau), permette di individuare precocemente i segni dell’Alzheimer in modo  semplice e non invasivo. Questa innovazione offre speranza concreta a milioni di persone, consentendo trattamenti mirati e personalizzati che potrebbero preservare le capacità cognitive per anni. Il progresso è  entusiasmante : finalmente, una diagnosi precoce e accessibile su larga scala diventa realtà, migliorando radicalmente la qualità della vita dei pazienti e aprendo nuove possibilità per la ricerca e la terapia.

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Dengue: due tipi di viaggiatori, due diverse risposte al vaccino

Per saperne di più su una questione molto discussa ma poco compresa.

Chi ha già avuto la dengue o ha viaggiato spesso in zone a rischio ha bisogno dello stesso vaccino di un viaggiatore che non ha mai avuto un contatto con il virus?
E perché è comunque fondamentale proteggersi, anche se non si è mai stati esposti al virus?

 

Viaggiatori con esposizione pregressa
Chi ha avuto la dengue o è stato esposto in maniera ripetuta al virus possiede una immunità preesistente………………

Viaggiatori Naive (senza esposizione pregressa)
Per chi non ha mai incontrato il virus, il sistema immunitario è impreparato, rendendo la prima esposizione al virus potenzialmente più pericolosa. I viaggiatori naive sono maggiormente a rischio di ………….

Leggi tutto l’articolo per sapere ciò che serve per proteggersi se viaggi in zone a rischio.

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Cuba – 10 – Tradizioni, cibi, bevande locali

Quali sono alcune curiosità e quali le tradizioni maggiori a Cuba ?

A Cuba, ci sono diverse curiosità e tradizioni che caratterizzano la sua cultura unica. Una delle tradizioni più famose è la storia della Giraldilla, una piccola scultura in bronzo che rappresenta una bandiera e che è diventata un simbolo della città dell’Avana[1].

 GIRALDILLA E LA STORIA D’AMORE La Giraldilla è il nome attribuito ad una bandiera segnavento che si trova sulla torre campanara del castello de la Real Fuerza di Avana, piccola scultura in bronzo diventata simbolo della città di l’Avana. La storia delle sue origini si perde nella leggenda di una storia d’amore.   Si dice che la bellissima Doña Isabel di Bobadilla, sposata a Hernando de Soto nominato Capitano generale di Cuba dal re di Spagna Carlos I, era solita aspettare il marito trascorrendo molte ore nella torre di sorveglianza del Castello de la Real Fuerza in attesa di avvistare le navi che avrebbero riportato a casa il marito da un lungo viaggio esplorativo nel continente americano (l’attuale Georgia, Alabama e Florida). Purtroppo Hernando de Soto morì in quelle terre a causa di una febbre incontrollabile (probabile malaria), si narra che la moglie morì d’amore quando conobbe il destino del marito.
Alcuni anni dopo, l’artista Gerónimo Martin Chaffinch (1607-1649), si ispirò a Doña Isabel di Bobadilla prendendola come riferimento e simbolo del matrimonio scolpendo una figura nella sua memoria.
Il governatore della città a quel tempo, Don Juan Bitrián Viamonte, fece fondere la scultura in ottone trasformandola in una banderuola segnavento in bronzo per poi farla fissare in cima alla torre più alta del castello di recente costruzione. Il governatore Bitrán battezzò questo segnavento con il nome di Giraldilla, dopo la Giralda della sua città natale, Siviglia. La statuetta originale è conservata nel Museo della città, sul punto più alto del castello è collocata una copia.

La camicia Guayabera, originariamente creata per gli agricoltori a Sancti Spiritus, è ora un’abbigliamento popolare, fresco ed elegante con quattro grandi tasche sul davanti, due pieghe sul petto e tre sul retro. GUAYABERA, TIPICA CAMICIA CUBANA
Si racconta che un contadino nella provincia di Sancti Spiritus, abbia chiesto alla moglie di fare una camicia comoda per lavorare nei campi. La moglie confezionò una nuova camicia che fosse comoda e pratica ma non poteva immaginare che il suo design originale la renderà, successivamente, così popolare, prima tra i residenti della zona e poi in tutto il mondo.
Il nome di questa camicia era yayabera , perché nata nella regione vicino al fiume Yayabo. Si racconta anche che gli agricoltori di quell’area durante la raccolta dei guavas (frutto locale) lasciavano alcuni frutti nelle tasche della yayabera e per questo motivo il nome si trasformò ben presto in guayabera. Generalmente in tessuto di colore bianco, è un vestito fresco, confortevole ed elegante e può avere maniche lunghe o corte. Di solito ha quattro ampie tasche sul davanti, due righe di pieghe al petto e tre nella parte posteriore che termina in due bottoni.
Un’altra ipotesi sull’origine del guayabera è attribuita ad un immigrato spagnolo diventato sarto nel villaggio di Sancti Spiritus nel XVIII secolo. Costui confezionava e vendeva grandi camicie con comode tasche per contenere i sigari, in altre parole, un indumento simile all’attuale guayabera.

Sia che le origini siano da attribuire alle mani della moglie del contadino o al sarto spagnolo, il guayabera, è diventato molto popolare, tanto che nel 1880 il municipio di Sancti Spiritus ne autorizzò la sua utilizzazione in eventi ufficiali. Nella seconda metà del XX secolo i politici cubani hanno cominciato a indossarlo nei loro tour elettorali attraverso l’isola, con la speranza di essere così più graditi alla popolazione contadina.

Negli anni ’50, è stata introdotta una modifica all’indumento aggiungendo un pizzo al collo per dare un carattere più formale al guayabera tanto da essere introdotto nei grandi salotti e persino nelle riunioni ufficiali del governo. Quando Ramón Grau San Martin assunse la prima magistratura nel 1944, l’elevò al rango di costume dei tribunali.

CAPODANNO A LAS CHARANGAS DE BEJUCAL Chi decidesse di andare a Cuba per festeggiare la fine dell’anno all’insegna di sole e mare, si troverà in mezzo a uno dei festival più antichi dell’Avana, Las Charangas de Bejucal.  Durante la festa, la città viene divisa in due parti, una blu e una rossa, che ripropone una rivalità del passato tra creoli e spagnoli da una parte e africani dall’altra, a suon di musica.

Le performance dei Los Tambores de Bejucal (una tipica banda di percussioni cubane di alto prestigio internazionale) accendono la rivalità tradizionale tra due gruppi di conga. I Ceibistas (membri del gruppo Ceiba de Plata, caratterizzati dal colore blu e uno scorpione come loro simbolo) competono con gli Espinistas (membri dell’Espina de Oro, che indossano il rosso e hanno un gallo come simbolo), per vedere chi riesce a suonare i tamburi con il suono più alto e più impressionante. Il cibo tipico al Charangas include pan con lechón (sandwich di maiale), popcorn, churros (strisce di pasta dolce fritta) e caramelle di cotone.L’origine dei Charangas è molto simile a quella della Parrandas de Remedios e risale a partire dal 1830. All’inizio la festa aveva un carattere prettamente religioso e secondo la tradizione si svolgeva il 24 dicembre, data nella quale gli schiavi furono liberati per unirsi poi ai neri liberi e ai Creoli. Nel corso della festa, gli africani neri si dedicarono ad adorare le Orishas (le divinità africane), suonando i loro tamburi, dicendo preghiere e ballando lungo le strade principali di Bejucal. I loro riti avevano caratteristiche particolari in funzione del gruppo etnico di provenienza, il Congo , Carabalíes , Ararás , Mandigas e Lucimíes che, inevitabilmente, avevano tradizioni spirituali diverse e formavano i propri cabildos. Le rivalità sono nate tra i cabildos per mostrare il loro orgoglio culturale alla vigilia di Natale, creando così la festa.

Gli spagnoli e creoli che vivevano a Bejucal, permisero la festa, battezzarono un gruppo di persone nere e miste con il nome di Musicanga (che significava disgustosa e povera musica) mentre un’altro gruppo di persone di colore prese il nome di Malayos (che significava galli-rossi). I Musicangai adottarono il colore blu e uno scorpione come animale rappresentativo mentre i Malayos scelsero il colore rosso e il gallo come loro animale preferito. Grazie alla fusione di culture che caratterizzano l’identità cubana, le differenze razziali e di classe sono state perdute nel tempo. All’inizio del XX secolo, i gruppi rivali si rinominarano: la Musicanga fu chiamata Ceiba de Plata (l’argento di seta-cotone) e i Malayos presero il nome di Espina de Oro (la spina dorata).

Il Carnevale di Santiago de Cuba è il più grande e famoso a Cuba, in cui si mescolano diverse culture evidenti nella ricchezza della musica e della danza[1]. Le comparse, gruppi di artisti in costume che eseguono musica e danze, sono una delle principali attrazioni del carnevale[1].La musica a Cuba è un’importante espressione artistica e parte della vita quotidiana, spesso accompagnata da balli ritmati e vitali come mambo, salsa e cha-cha-cha[2]. Stili di danza come la Rumba, il Son e la Salsa sono il risultato dell’influenza africana e spagnola[2].

Infine, alcune tradizioni legate al cibo e alle bevande includono il Mojito, il Cuba-libre e il Daiquiri, oltre al famoso rum cubano[3]. I sigari cubani sono anche una parte importante della cultura e dell’identità del paese[3].Il Carnevale di Santiago de Cuba è una celebrazione iconica e tradizionale che risale almeno al XVII secolo[2]. Questo evento annuale si svolge dal 21 al 28 luglio, attirando migliaia di persone da tutto il paese e da tutto il mondo[3]. Le festività includono processioni notturne, feste e concerti di strada, oltre a spettacoli diurni che coinvolgono musica, danza e canto[3].

Le comparsas sono un elemento fondamentale del carnevale, con gruppi di musicisti e ballerini che si esibiscono per le strade, indossando costumi tradizionali e vivaci[1]. Questi gruppi di artisti contribuiscono a creare un’atmosfera elettrizzante e coinvolgente durante le celebrazioni.

Durante il Carnevale di Santiago de Cuba, la musica è onnipresente e svolge un ruolo cruciale nella creazione dell’atmosfera festosa[3]. Gli stili musicali tipici del carnevale includono il son, il cha-cha-cha, il mambo e la rumba cubana, tutti influenzati dalle tradizioni africane, europee e indigene.

Il Carnevale coincide con la Festa Nazionale di Cuba e l’anniversario dell’Attacco alla Caserma Moncada, che cade il 26 luglio[3]. Questa data storica è un momento importante per la nazione e aggiunge un ulteriore livello di significato alle celebrazioni del carnevale.

Se desideri visitare Santiago de Cuba durante il Carnevale, è consigliabile pianificare in anticipo, poiché i trasporti e l’alloggio possono essere difficili da trovare a causa dell’alto afflusso di persone[3]. Essere parte di questa celebrazione culturale è un’esperienza unica e memorabile che ti permetterà di immergerti nelle tradizioni e nella storia cubana.

Danze e musica: i trascinanti ritmi cubani

Cuba è la patria dei ritmi caraibici: le note di mambo, rumba, salsa e cha-cha-cha (che qui è nato) saranno la colonna sonora del tuo viaggio sull’isola. Imperdibili anche le big band di jazz afrolatino, portate alla ribalta negli ultimi anni dai Buena Vista Social Club.

A Cuba la musica non è soltanto espressione artistica, ma compagna di vita quotidiana, spesso accompagnata da balli ritmati e vitali. I balli cubani rappresentano l’amore per la vita che caratterizza il popolo di Cuba, qui ogni ballo ha la sua musica, e la musica non esiste senza la danza! La musica cubana si è sviluppata dalle influenze degli schiavi africani, deportati sull’isola, e dalle influenze degli immigrati spagnoli.

Gli stili originari erano tre: il son, di matrice spagnola e africana, il danzon, che attinge alla tradizione francese e dai ritmi più pacati, il terzo filone, totalmente derivante dalla cultura africana. I tre stili si sono poi mescolati fra loro e hanno dato vita a diversi filoni come la Rumba, il Son, la Salsa, il Reggaeton, la Bachata e ovviamente il Cha Cha Cha.

A Cuba, troverai una vasta gamma di generi musicali che riflettono la ricca diversità culturale dell’isola. Alcuni dei principali generi musicali cubani includono la Rumba, il Danzon, il Son, il Danzon-mambo e il Cha cha cha [1]. La Rumba, ad esempio, è un genere di musica e danza afro-cubana che combina percussioni, canto e movimenti di danza energici. Il Son, invece, è uno stile musicale caratterizzato dalla fusione di elementi africani e spagnoli, spesso considerato il cuore della musica cubana.

Santiago de Cuba, in particolare, è stata la culla di molti generi musicali cubani ed è il centro della cultura afro-cubana del paese [2]. L’influenza della musica cubana si è anche diffusa oltre i confini dell’isola, come dimostra il genere Salsa, nato a New York City e fortemente influenzato dalla musica cubana [1]. Tito Puente, noto come il Re della Salsa e il Re del Latin Jazz, è stato un’icona della musica latina che ha contribuito a diffondere questi generi in tutto il mondo [1].

Oltre ai tradizionali generi musicali, a Cuba si possono trovare anche stili più moderni e internazionali, come il Rap e l’Hip-Hop [3]

Quali cibi tradizionali trovo a Cuba?

Cuba, crocevia di influenze spagnole, africane e caraibiche, offre una gastronomia ricca di sapori intensi e piatti iconici. Di seguito, un approfondimento sulle principali specialità, con ingredienti e preparazioni autentiche
1. Ropa Vieja
Descrizione: Piatto nazionale cubano, la “vestiti vecchi” deve il nome alla carne sfilacciata che ricorda stracci.
Ingredienti:
• 800 g di manzo (petto o fianco)
• 2 cipolle, 3 spicchi d’aglio, 1 peperone rosso e 1 verde
• 400 ml di passata di pomodoro
• 1 cucchiaino di cumino, origano, paprika
• 100 ml di vino bianco, olive verdi, alloro
Preparazione:
Cuocere la carne in acqua salata fino a tenera, poi sfilacciarla. Soffriggere cipolla, aglio e peperoni. Aggiungere la carne, il pomodoro, le spezie e il vino. Cuocere a fuoco lento per 1 ora, unire le olive prima di servire con riso bianco.

2. Moros y Cristianos
Descrizione: Riso e fagioli neri, simbolo della convivenza tra culture.
Ingredienti:
• 300 g riso, 200 g fagioli neri cotti
• 1 cipolla, 2 spicchi d’aglio, 100 g pancetta
• 1 cucchiaino di cumino, origano, aceto
Preparazione:
Soffriggere pancetta, cipolla e aglio. Unire fagioli, spezie e aceto. Mescolare con riso cotto separatamente. Servire come contorno.

3. Tostones
Descrizione: Fette di platano verde fritte due volte, croccanti e salate.
Ingredienti:
• 2 platani verdi, olio per friggere, sale
Preparazione:
Tagliare il platano a rondelle spesse 3 cm. Friggere 5 minuti, schiacciare con un batticarne e friggere nuovamente fino a doratura. Salare.

4. Ajiaco
Descrizione: Zuppa robusta con carne, tuberi e mais.
Ingredienti:
• 500 g di pollo, 200 g di manzo
• 2 patate, 1 patata dolce, 1 tazza di mais
• 1 avocado, coriandolo, lime
Preparazione:
Lessare le carni con patate, patata dolce e mais. Servire con avocado a fette, coriandolo e lime.

5. Picadillo
Descrizione: Carne macinata speziata con olive e uvetta.
Ingredienti:
• 500 g carne macinata (manzo/maiale)
• 1 cipolla, 2 spicchi d’aglio, 50 g olive verdi
• 50 g uvetta, 2 cucchiai di salsa di pomodoro
• Cumino, origano, peperoncino
Preparazione:
Soffriggere cipolla e aglio, aggiungere la carne. Unire salsa di pomodoro, spezie, olive e uvetta. Cuocere 20 minuti.

6. Arroz con Pollo
Descrizione: Riso con pollo, verdure e zafferano.
Ingredienti:
• 4 cosce di pollo, 300 g riso
• 1 peperone rosso, 1 carota, 100 g piselli
• 1 bustina di zafferano, brodo di pollo
Preparazione:
Rosolare il pollo, aggiungere verdure e riso. Coprire con brodo e zafferano. Cuocere a fuoco basso.

7. Fufù
Descrizione: Purè di platano con pancetta croccante.
Ingredienti:
• 2 platani verdi, 100 g pancetta
• 2 spicchi d’aglio, olio, lime
Preparazione:
Bollire i platani, schiacciarli. Rosolare pancetta e aglio, unire al purè. Servire come contorno.

8. Casabe
Descrizione: Pane croccante di manioca, senza glutine.
Ingredienti:
• 500 g farina di manioca, acqua, sale
Preparazione:
Impastare farina con acqua e sale. Formare dischi sottili, cuocere su piastra calda fino a doratura.

9. Mojito
Descrizione: Cocktail simbolo cubano a base di rum e menta.
Ingredienti:
• 50 ml rum bianco, 1 lime, 10 foglie di menta
• 2 cucchiaini di zucchero di canna, soda, ghiaccio
Preparazione:
Schiacciare menta e zucchero nel bicchiere. Aggiungere lime, rum e ghiaccio. Completare con soda.

10. Cuba Libre
Descrizione: Mix di rum, cola e lime, nato durante l’indipendenza.
Ingredienti:
• 50 ml rum scuro, 120 ml cola, 10 ml succo di lime
• Ghiaccio
Preparazione:
Versare rum e lime in un bicchiere con ghiaccio. Aggiungere cola e mescolare162022.
Questi piatti e bevande riflettono l’essenza della cultura cubana, dove ingredienti semplici si trasformano in esperienze culinarie memorabili. Ogni ricetta è un viaggio attraverso secoli di storia e scambi culturali[1-47].

Sintesi dei I 10 piatti tradizionali più ricercati a Cuba:

Arroz con Pollo (pollo e riso) 

Moros y Cristianos (riso e fagioli neri)

Ropa Vieja (stufato di manzo sfilacciato)

Masitas de Puerco Fritas (maiale fritto) 

Ajiaco Criollo (stufato di carne e verdure)

Cuban Sandwich (panino con maiale arrosto, prosciutto, formaggio e senape)

Fufù (purè di platano) 

Picadillo a la Habanera (carne macinata con cipolle, peperoni e spezie)

Tamales (impasto di mais con carne e verdure)

Casabe (pane piatto a base di farina di manioca) 

Questi piatti riflettono la cucina cubana, con influenze spagnole e africane, e l’uso di spezie, carni come maiale e pollo e verdure come peperoni, cetrioli, cipolle e patate.

Quali sono le 10 bevande tradizionali che posso testare durante il soggiorno a Cuba?

Quello che si beve sicuramente a Cuba è il rum. Di altissima qualità ed economico. Le bevande cubane tradizionali di solito contengono ancora rum cubano e molto spesso Havana Club. Cuba Libre, la bevanda alcoolica caratteristica senza Coca-Cola. Non esiste la coca come prodotto americano a Cuba. Quindi la bevanda tradizionale Cuba Libre viene servita con una bevanda a base di cola, ma non con Coca-Cola e succo di lime. Altre bevande includono Piña Colada, Daiquiri, Mojito, Havana Loco, birre cubane come Crystal e Buchanero e, naturalmente, succo di cocco fresco

 Cuba, crocevia di influenze culturali e climatiche tropicali, vanta un patrimonio enogastronomico unico, dove rum, caffè e ingredienti locali danno vita a preparazioni iconiche. Di seguito, un’analisi delle bevande più rappresentative, con dettagli su ingredienti, preparazione e contesto storico-culturale.
1. Mojito
Tipo: Cocktail
Ingredienti: Rum bianco (50 ml), succo di lime fresco (20 ml), foglie di menta (6-8), zucchero di canna (2 cucchiaini), soda, ghiaccio.
Preparazione: Pestare leggermente menta e zucchero in un bicchiere highball. Aggiungere lime, rum e ghiaccio. Mescolare, completare con soda e decorare con una fetta di lime e un rametto di menta26.
Origine: Derivato dal Draque (bevanda medicinale del XIX secolo), il Mojito moderno nacque alla Bodeguita del Medio de L’Avana, frequentata da Ernest Hemingway. La versione attuale fu codificata negli anni ’.

2. Daiquiri
Tipo: Cocktail
Ingredienti: Rum bianco (60 ml), succo di lime (20 ml), zucchero (10 g), ghiaccio tritato.
Preparazione: Shakerare gli ingredienti con ghiaccio, filtrare in una coppa da cocktail. Versione Hemingway Special: doppio rum e metà zucchero12.
Origine: Creato nel 1896 da Jennings Cox, ingegnere minerario statunitense a Daiquirí. Reso celebre dal bar El Floridita, dove Hemingway lo consumava ghiacciato.

3. Cuba Libre
Tipo: Cocktail
Ingredienti: Rum scuro (50 ml), Coca-Cola (120 ml), succo di lime (10 ml), ghiaccio.
Preparazione: Versare rum e lime in un tumbler con ghiaccio, aggiungere cola e decorare con lime.
Origine: Nacque nel 1898 durante la guerra d’indipendenza cubana. Il nome (“Cuba Libera”) celebrava la fine del dominio spagnolo. Un soldato americano brindò con questa miscela simbolo dell’alleanza USA-Cuba.

4. Canchánchara
Tipo: Cocktail storico
Ingredienti: Aguardiente di canna (60 ml), miele (15 ml), succo di lime (15 ml), acqua.
Preparazione: Sciogliere miele e lime in acqua, aggiungere aguardiente e ghiaccio. Servire in tazze di terracotta26.
Origine: Bevanda dei rivoluzionari durante le guerre d’indipendenza (XIX secolo). Oggi simbolo della resistenza cubana, sopravvive nelle zone rurali orientali.

5. Café Cubano
Tipo: Bevanda calda
Ingredienti: Caffè tostato scuro, zucchero di canna, acqua.
Preparazione: Preparare un espresso denso, zuccherato con espuma (schiuma di zucchero caramellato)35.
Origine: Introdotto dai coloni spagnoli nel XVIII secolo. Tradizionalmente servito in tacitas (tazzine piccole) come gesto di accoglienza.

6. Guarapo
Tipo: Succo non alcolico
Ingredienti: Canna da zucchero fresca.
Preparazione: Spremere la canna con un tornio manuale, servire con ghiaccio.
Contesto: Venduto nelle guaraperías ambulanti. Fonte di energia per lavoratori agricoli, oggi simbolo di autenticità rurale.

7. Prú Oriental
Tipo: Bevanda fermentata
Ingredienti: Tuberi (igname, malanga), erbe locali, acqua, zucchero.
Preparazione: Fermentare gli ingredienti per 3-5 giorni in contenitori di legno7.
Origine: Tipica della provincia di Oriente, legata a rituali afrocubani. Consumata durante festività come la Fiesta del Fuego.

8. El Presidente
Tipo: Cocktail
Ingredienti: Rum bianco (60 ml), vermouth dry (30 ml), curaçao all’arancia (5 ml), sciroppo di granatina (5 ml).
Preparazione: Mescolare gli ingredienti con ghiaccio, servire in coppa con scorza d’arancia26.
Storia: Creato negli anni ’20 per Gerardo Machado, presidente cubano. Simbolo dell’élite pre-rivoluzionaria.

9. Guayabita del Pinar
Tipo: Liquore
Ingredienti: Rum, guayaba (piccole prugne selvatiche), spezie.
Preparazione: Macerare la frutta nel rum per 6 mesi, aggiungere miele35.
Origine: Prodotto artigianalmente a Pinar del Río dal 1892. Presidio Slow Food per la lavorazione tradizionale.

10. Malta
Tipo: Bevanda analcolica
Ingredienti: Orzo tostato, acqua, zucchero, luppolo.
Preparazione: Fermentazione parziale, senza alcol.
Contesto: Alternativa alla birra per bambini e non bevitori. Prodotta dalla Cervecería Bucanero, ricorda una birra scura ma dolce.
Altri Eccellenti
• Cuba Bella: Cocktail moderno con rum, mango e peperoncino6.
• Aliñao: Fermentato di frutta e miele, usato nei rituali di santería7.
• Cerveza Cristal: Birra chiara leggera (4,9% vol), ideale per il clima tropicale35.
Analisi Storico-Culturale
Le bevande cubane riflettono sincretismi culturali: il Mojito unisce menta (ereditata dai coloni spagnoli) e rum (prodotto dagli schiavi africani). Il Café Cubano, invece, simboleggia l’ospitalità, radicata nel tessuto sociale35. Durante il Proibizionismo statunitense (1920-1933), Cuba divenne meta di turismo alcolico, favorendo l’evoluzione di cocktail come il Daiquiri in versioni raffinate26.

Tra le bevande più conosciute:

Mojito: un cocktail rinfrescante a base di rum, menta, zucchero, succo di lime e acqua frizzante.

Cuba Libre: un cocktail classico a base di rum, Coca-Cola e succo di lime.

Daiquiri: un cocktail a base di rum, succo di lime e sciroppo di zucchero.

Piña Colada: un cocktail cremoso a base di rum, succo d’ananas e latte di cocco.

Canchánchara: un cocktail storico a base di rum, miele, succo di lime e acqua calda.

El Presidente: un cocktail elegante a base di rum, vermouth, curaçao e granatina.

Saoco: un cocktail rinfrescante a base di rum, acqua di cocco e succo di lime.

Guarapo: una bevanda analcolica a base di succo di canna da zucchero fresco.

Malojillo: una bevanda analcolica a base di limonata e foglie di malojillo, una pianta simile alla citronella.

Café Cubano: un caffè espresso forte e dolce, spesso servito in piccole tazzine.

Cerveza: la birra locale, con marchi popolari come Cristal e Bucanero.

Ron Collins: un cocktail simile al Tom Collins, ma con rum al posto del gin.

Batido: una bevanda frullata a base di frutta fresca, latte e zucchero.

Crema de Vie: un liquore dolce simile al liquore irlandese, a base di latte, zucchero, uova, rum e spezie.

Jugo de Tamarindo: una bevanda analcolica a base di succo di tamarindo e zucchero


 

 

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Mauritius – Scheda Paese – Alert, epidemie, malattie

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Malattie prevalenti sul territorio

 Situazione Sanitaria a Mauritius: Analisi delle Malattie Infettive e Rischi per i Turisti

Mauritius, nonostante il suo status di destinazione turistica tropicale, mantiene un profilo sanitario relativamente controllato grazie a programmi di sorveglianza attiva e interventi di sanità pubblica.
Tuttavia, la presenza di vettori come le zanzare *Aedes* e *Culex*, unita alla connettività globale, espone l’arcipelago a rischi infettivi che richiedono attenzione.

Malaria: Assenza di Trasmissione Locale e Casi Importati
La malaria è stata eliminata da Mauritius nel 1998, con nessun caso indigeno registrato da oltre due decenni. Tuttavia, il Paese segnala annualmente tra 12 e 54 casi importati, principalmente da viaggiatori provenienti da aree endemiche africane o asiatiche. Il vettore storico *Anopheles arabiensis* è ancora presente, ma le campagne di controllo, inclusa la distribuzione di zanzariere trattate con insetticidi e il monitoraggio dei focolai larvali, hanno prevenuto la riattivazione della trasmissione locale. I turisti devono adottare precauzioni standard (repellenti, abiti lunghi) solo in contesti rurali, sebbene il rischio sia classificato come “molto basso”.

Dengue: Focolai Ricorrenti e Strategie di Contenimento
La dengue rappresenta una delle principali sfide sanitarie, con un’impennata di casi nel 2024: 3.311 infezioni a Mauritius e 1.363 a Rodrigues, inclusi quattro decessi. L’epidemia, favorita da condizioni climatiche umide, ha coinvolto il sierotipo DENV-2, lo stesso responsabile della riemersione del 2009 dopo 30 anni di assenza. Il vettore principale è *Aedes albopictus*, poiché *Ae. aegypti* fu eradicato negli anni ’50 durante le campagne antimalariche. Le autorità hanno intensificato la disinfestazione con larvicidi (es. *Bacillus thuringiensis*), nebulizzazioni di piretroidi e l’eliminazione di siti di riproduzione come pneumatici e contenitori d’acqua stagnante. I turisti sono esposti a rischio moderato, soprattutto durante la stagione delle piogge (novembre-aprile), con raccomandazioni a utilizzare repellenti a base di DEET e indossare abiti protettivi.

Altre Arbovirosi: Chikungunya e Rischio Zika
Il virus Chikungunya ha colpito Mauritius nel 2005-2006, causando migliaia di casi caratterizzati da febbre alta, artralgie debilitanti ed eruzioni cutanee. La trasmissione, mediata da *Ae. albopictus*, ha evidenziato la vulnerabilità dell’isola alle infezioni importate, come dimostrato da casi italiani contratti durante soggiorni nel 2006].
Per lo Zika, nonostante l’assenza di casi autoctoni, esiste un piano nazionale di preparazione che integra sorveglianza attiva ai punti d’ingresso, controllo vettoriale e monitoraggio di complicanze neurologiche e microcefalia.
La prossimità a Réunion e Madagascar, dove lo Zika è endemico, mantiene alto il rischio di introduzione.

 Encefalite Giapponese: Rischio Teorico e Assenza di Casi Locali
Non sono stati segnalati casi di encefalite giapponese (JE) a Mauritius. Il virus, trasmesso da zanzare *Culex* (specie *Cx. tritaeniorhynchus*), richiede serbatoi animali come suini e uccelli acquatici, assenti o non endemici nell’arcipelago. Tuttavia, la presenza di *Culex quinquefasciatus* e i voli diretti dall’Asia pongono un rischio teorico, sebbene remoto. L’OMS non raccomanda la vaccinazione JE per i viaggiatori diretti a Mauritius, a meno di prolungati soggiorni rurali in aree risicole.

 Malattie a Trasmissione Alimentare e Idrica
Le infezioni gastrointestinali dominano i rischi non vector-borne, con la “diarrea del viaggiatore” che colpisce fino al 30% dei visitatori.
Agenti eziologici comuni includono *Escherichia coli*, *Salmonella* spp., *Giardia lamblia* ed epatite A. Focolai di colera sono rari, ma il consumo di frutti di mare crudi o poco cotti, come le ostriche di Flic-en-Flac, può esporre a *Vibrio cholerae*.
Le raccomandazioni chiave includono:
–   evitare acqua non imbottigliata,
–   gelati artigianali,
–   verdure crude
–    pesce marinato.
Gli hotel a 5 stelle aderiscono a protocolli HACCP, riducendo il rischio per i turisti[4].

Rischi Sanitari per i Turisti: Prevenzione e Accesso alle Cure
I rischi principali si concentrano su dengue e gastroenteriti.

Le strutture sanitarie, come il Sir Seewoosagur Ramgoolam National Hospital a Pamplemousses, offrono standard occidentali, con costi contenuti per visite mediche (50-80 EUR) e analisi di base.
Le farmacie dispongono di farmaci antipiretici e reidratanti, ma è consigliabile portare scorte personali di medicinali specifici.
Le assicurazioni viaggio con copertura sanitaria sono indispensabili per evitare spese impreviste[5].

Conclusioni e Raccomandazioni Strategiche
Mauritius mantiene un equilibrio precario tra sviluppo turistico e controllo sanitario.

L’adozione di un approccio One Health, integrato con partenariati regionali (es. Commissione dell’Oceano Indiano), è cruciale per mitigare l’introduzione di vettori invasivi come *Anopheles stephensi*.

I turisti devono privilegiare vaccinazioni come
–   epatite A
–   anti typhoid,
–   colera (orale),
–  
VACCINAZIONE PER LA DENGUE
oltre a misure anti-zanzare, mentre le autorità dovrebbero potenziare la diagnostica molecolare per arbovirus emergenti. La sostenibilità di questo modello dipenderà dalla capacità di bilanciare vigilanza epidemiologica e promozione turistica.

 

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Madagascar – 07 – Malaria: situazione e prevenzione

  • CHE COSA E’

    La Malaria è una malattia infettiva, (Tutto sulla malaria – CESMET – Clinica del Viaggiatore), acuta, causata da un parassita, il Plasmodio, che entrato nell’organismo attraverso la puntura della zanzara Anopheles, attacca immediatamente le cellule epatiche, creando danni al fegato, e poi parassitando i globuli rossi, con anemia anche grave. Presente nel paese, è una malattia molto legata agli ambienti umidi, alle stagioni piovose ed alle condizioni meteorologiche ed ambientali favorevoli alla riproduzione della zanzara. Il consiglio che ti posso dare è quello di controllare prima di partire l’itinerario del tuo viaggio, le condizioni meteo attuali delle aree dei tuoi soggiorni. Non ti fidare “del sentito dire – non c’è malaria! ” la malaria è presente dove non te lo aspetti e con i cambiamenti climatici la zanzara Anopheles è arrivata a colonizzare anche territori in alta quota, prima non ospitali per l’insetto.
    Ricorda che la Malaria è una malattia potenzialmente grave ed anche fatale. Non sottovalutarla! E’ possibile prevenirla utilizzando, come prima linea difensiva, repellenti efficaci (VEDI NOZETA – OLIO DI NEEM);

    utile anche l’utilizzo degli zampironi da portare sempre con sé;

    come seconda linea di difesa essenziale l’utilizzo di adeguati farmaci per la chemio profilassi, sicuri ed efficaci, da assumere in particolare nelle stagioni di maggior rischio e nelle aree con rischi elevati di incontro con la zanzara Anopheles;

    una terza linea difensiva consiste nel porre attenzione ad un vestiario idoneo che ti copra le parti scoperte al tramonto e la notte, difesa efficace ma spesso difficile a certe latitudini e a certi climi. Anche se dobbiamo ricordarci che più ci si copre meno si soffre il caldo, e meno si bevono bevande ghiacciate e meno si ha sete.  Per approfondire leggi la scheda sulla malaria.

 

  • NEL PAESE
    Situazione della Malaria in Madagascar: Analisi Epidemiologica e Prospettive per il 2024-2025

    Il Madagascar continua a confrontarsi con una complessa situazione epidemiologica legata alla malaria, malattia che rappresenta una delle principali cause di morbilità e mortalità nel paese. Nonostante gli sforzi di controllo, fattori ambientali, socioeconomici e biologici contribuiscono a mantenere elevata la trasmissione, con significative variazioni geografiche e temporali.

    Epidemiologia della Malaria nel 2024
    Nel 2024, il Madagascar ha registrato 2,8 milioni di casi di malaria, con 400 decessi, secondo i dati del Ministero della Salute Pubblica. Questo rappresenta un aumento del 64,7% rispetto al 2022, quando i casi erano 1,7 milioni. L’impennata è attribuibile a molteplici fattori, tra cui eventi climatici estremi, come le inondazioni di febbraio 2024, che hanno danneggiato le infrastrutture sanitarie e aumentato la proliferazione delle zanzare Anopheles.
    Il distretto di **Ikongo**, nel sud-est, è emblematico della crisi: qui, 2.205 bambini sono stati trattati per comorbilità di malaria e malnutrizione tra il 2022 e il marzo 2024,

    La stagionalità rimane un fattore critico: il periodo di massima trasmissione coincide con l’estate australe (**ottobre-marzo**), caratterizzata da temperature elevate e precipitazioni intense.
    Tuttavia, i cambiamenti climatici hanno alterato i pattern tradizionali, con segnalazioni di casi in altopiani oltre i 2.000 metri, aree storicamente a basso rischio.

    Proiezioni per il 2025
    Le previsioni per il 2025 delineano uno scenario preoccupante. L’UNICEF stima che 4,7 milioni di persone necessiteranno di assistenza umanitaria a causa di siccità prolungate, cicloni e epidemie.
    Nelle regioni meridionali e sudorientali, dove la **sicurezza alimentare** è critica (il 36,3% dei bambini sotto i 5 anni soffre di malnutrizione cronica), la sinergia tra denutrizione e malaria amplifica il rischio di mortalità infantile.
    Nelle sei regioni più colpite (Androy, Anosy, Atsimo Andrefana, Atsimo Atsinanana, Fitovinany e Vatovavy), sono attesi 1,2 milioni di casi** nel 2025, con un carico significativo sui servizi sanitari già fragili.

    Modelli climatici prevedono un aumento delle temperature medie e alterazioni nelle precipitazioni, favorendo la riproduzione delle zanzare. Inoltre, la **resistenza agli insetticidi** da parte di *Anopheles gambiae* e *An. arabiensis*, documentata in cinque distretti, minaccia l’efficacia delle zanzariere trattate (ITN),

    Distribuzione Geografica e Aree Critiche
    La malaria è endemica in **tutto il Madagascar**, ma con gradienti di intensità.
    –  Le **aree costiere** – particolarmente quelle orientali e occidentali – registrano la maggiore prevalenza, con tassi superiori al **15%** in villaggi rurali.
    Le città, inclusi centri urbani come **Antananarivo** e **Toamasina**, non sono immuni: il rischio nelle zone periurbane è paragonabile a quello delle foreste.

    Zone ad Alto Rischio
    1. **Costa Orientale**: Il distretto di **Ikongo** e la regione di **Atsinanana** sono tra le più colpite, con elevata umidità e densità di *An. funestus*.
    2. **Costa Occidentale**: Aree come **Menabe** e **Melaky** presentano focolai persistenti, favoriti da paludi e fiumi a flusso lento.
    3. **Sud e Sud-Est**: Le regioni di **Androy** e **Anosy** combinano povertà, insicurezza alimentare e accesso limitato alle cure, con tassi di mortalità infantile del **10-15%**.

    Aree a Rischio Emergente
    Gli **altopiani centrali**, tradizionalmente a bassa endemia, hanno riportato focolai di *P. vivax* in villaggi sopra i **1.500 metri**, legati a cambiamenti nelle temperature.
    L’isola di **Nosy Be**, meta turistica, pur essendo classificata a basso rischio, ha segnalato casi nel 2024.

    Specie di Plasmodium e Caratteristiche Biologiche
    In Madagascar circolano principalmente **due specie** di *Plasmodium*:

    1. *Plasmodium falciparum*
    Responsabile del **95%** delle infezioni, *P. falciparum* domina il panorama malarico. Caratterizzato da **elevata virulenza** e resistenza multifarmacologica, questo parassita mostra:
    **Resistenza alla clorochina e alla sulfadossina-pirimetamina**, documentata in studi farmacologici.
    **Sensibilità all’artemisinina**, che ne fa il cardine delle terapie combinate (ACT)[4].

    2*Plasmodium vivax*
    Pur rappresentando una minoranza dei casi (circa **5%**), *P. vivax* presenta peculiarità uniche:
    – Infezione in individui Duffy-negativi: Il 40% della popolazione malgascia è Duffy-negativa (assenza del recettore DARC), ma studi genetici hanno identificato ceppi di *P. vivax* capaci di invadere eritrociti Duffy-negativi, sfidando il paradigma tradizionale.
    – **Elevata proporzione di infezioni submicroscopiche**: Il **98,5%** delle infezioni da *P. vivax* non è rilevabile tramite microscopia ottica, richiedendo diagnostica molecolare.

    Co-infezioni e Implicazioni Cliniche
    Le **co-infezioni** *P. falciparum/P. vivax* sono frequenti, complicando la gestione terapeutica. Inoltre, la **comorbilità con malnutrizione** riduce l’efficacia dei farmaci antimalarici e aumenta il rischio di forme severe.

    Fattori di Rischio e Determinanti Sociali
    Cambiamenti Climatici
    L’aumento della temperatura media (**+1,5°C** negli ultimi decenni) e la maggiore frequenza di **cicloni** (es. **Batsirai** nel 2022) hanno creato habitat ideali per le zanzare, estendendo le stagioni di trasmissione. Nelle zone umide, il ciclo di vita di *Anopheles* si è accorciato da **14 a 10 giorni**, incrementando il tasso di riproduzione.

    Resistenza agli Insetticidi
    Le zanzare *An. gambiae* e *An. funestus* hanno sviluppato resistenza a **piretroidi** e **DDT** in **11 distretti**, riducendo l’efficacia delle ITN e dello spraying intradomiciliare.

    Prevenzione
    – **Zanzariere trattate (ITN)**: Distribuite a **85%** delle famiglie nel 2024, ma la rapida degradazione degli insetticidi ne limita la durata[16].
    – **Chemioprevenzione stagionale (SMC)**: Somministrazione di **sulfadossina-pirimetamina + amodiachina** a bambini sotto i 5 anni nelle regioni endemiche , nella popolazione locale.

    PROFILASSI

    Doxiciclina 100 mg (BASSADO – MIRACLIN senza lattosio),

    è un ottimo farmaco, che personalmente considero di prima scelta per soggiorni in aree turistiche sicure che in viaggi avventurosi, durante trekking e in caso di utilizzo di tende o residenze poco controllate. Farmaco per soggiorni in residenze protette o aree di lieve rischio, ma anche per soggiorni in aree a rischio elevato. Devi sapere che la “doxiciclina 100 mg” è un farmaco di prima scelta non solo per la “prevenzione della infezione malarica” ma anche per la “prevenzione e la cura delle infezioni batteriche intestinali e cutanee” e verso le “infezioni causate da punture di zecca – il temibile tifo esantematico”.
    Per le sue caratteristiche il farmaco è molto versatile, può essere infatti assunto per soggiorni brevissimi o brevi, alcuni giorni o settimane, ma anche nel lungo periodo, cioè per molti mesi. Ti ricordo a questo proposito che farmaci a base di tetracicline, compresa la doxiciclina, vengono assunti per mesi e mesi, anche oltre un anno, dai ragazzi affetti da acne, cioè infezioni sul volto o tronco. Un farmaco sicuro, efficace, privo o con scarsi effetti collaterali. Ricordiamo che alle dosi di profilassi, 100 mg al giorno, gli effetti di sensibilizzazione ai raggi solari, sono praticamente ridotti al minimo. L’effetto è ponderale ossia direttamente legato al quantitativo di sostanza presente nel farmaco. In ogni caso ricorda sempre l’uso di creme solari protettive. Il farmaco è a basso costo e non è utilizzabile al di sotto dei 10 anni. In gravidanza l’assunzione di doxiciclina 100 mg è possibile nelle primissime settimane di gravidanza, prima della 16ª settimana, difatti da studi e pratica clinica non sembra comportare rischi per il feto. Resta valida la regola che è importante consultare il proprio medico prima di assumere qualsiasi farmaco durante la gravidanza per valutare i potenziali rischi e benefici.

    Il farmaco è da evitare in caso di allergia o intolleranza alle tetracicline. In profilassi per la malaria si assume tutti i giorni, durante il pranzo con un grosso bicchiere di acqua, dal momento della entrata in area a rischio, durante il soggiorno e per una settimana dalla uscita dall’area di rischio malarico. (anche se l’emivita del è breve l’evidenza ci indica in una settimana il mantenimento della assunzione del farmaco).

    Atovaquone-Proguanile (MALARONE)

    Farmaco sul mercato da oltre 20 anni. Farmaco fino a qualche anno fa di prima scelta sia in profilassi che in terapia, è stato abbandonato nella pratica clinica, perché sempre meno efficace. In terapia oramai da anni è sostituito dai F a base di Artemisia Annua. Come non funziona più per la cura della malaria il farmaco è sempre meno efficace anche nella profilassi. Difatti negli ultimi anni è sempre più diminuita l’efficacia nei confronti della malaria, seguendo in parte la sorte delle forme resistenti alla clorochina. Sono state descritte da diversi anni forme di resistenza a cominciare dall’oriente, dai paesi del triangolo d’oro (Thailandia, Laos Myanmar) e poi diffusasi in Africa ed anche nelle Americhe. Il farmaco è ancora utile ed efficace nell’ utilizzo pediatrico. Era utilizzato per periodi non superiori ai 30 giorni, ma utilizzabile fino a 60 giorni. Si assume una compressa tutti i giorni da 2/3 giorni prima di partire ad 1 settimana al rientro. Non è farmaco più da consigliare in queste aree se non nell’età pediatrica.

    Meflochina (LARIAM 250)

    Farmaco utilizzato da oltre 40 anni, un tempo efficace in terapia e profilassi, attualmente ha una efficacia molto bassa in profilassi e nulla in terapia. Non è più da utilizzare sia negli adulti che anche in età pediatrica. Anche per il LARIAM vale il ragionamento fatto per il MALARONE. La Meflochina è stata sospesa nella terapia per la malaria perché non più efficace. La forte resistenza è iniziata in estremo oriente per poi estendersi in tutto l’Oriente, il Medio Oriente, l’Africa ed in fine le Americhe. E’ stata dimostrata fin dall’inizio la sicurezza del farmaco nelle donne in gravidanza con le quali eventualmente può ancora essere utilizzato, per quella ancora scarsa efficacia, ma pur sempre presente.
    Il farmaco era utilizzato in soggetti in buone condizioni di salute. Non era da utilizzare nei cardiopatici, soggetti aritmici, neuro e psicopatici, in chi soffre di insonnia. Riferiti sintomi da irritabilità del sistema nervoso periferico e centrale. Da evitare in modo assoluto in chi effettua immersioni, soggiorni in alta quota, voli aerei ripetuti e prolungati. Molto favorevole la modalità di assunzione che prevede una dose settimanale da una settimana prima di partire a 3/4 settimane al rientro. Ma l’esperienza pluriennale ci dice che il farmaco è fortemente inefficace vista l’elevata resistenza dei plasmodi, sviluppata da anni.  Dr. Paolo Meo – medico tropicalista – direttore Cesmet

     

  • AL RIENTRO

    In caso di febbre, di diarrea o comunque di malessere, è indispensabile consultare senza indugio (in caso di febbre, possibilmente entro 24 ore, per la possibilità di aver contratto la malaria, se si è di ritorno da una zona a rischio) un Medico Specialista o esperto in Malattie Tropicali.

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Protocollo a due dosi della vaccinazione contro la rabbia: nuove indicazioni

Protocollo a Due Dosi  per la Profilassi Pre-Esposizione (PrEP) contro il virus della Rabbia:
Evidenze e Linee Guida

Introduzione al Nuovo Approccio Vaccinale

Recentemente, studi clinici hanno validato regimi abbreviati a due dosi per la profilassi pre-esposizione (PrEP)  contro il virus della rabbia, rivoluzionando le strategie preventive per viaggiatori e professionisti a rischio. Questo protocollo, proposto da autorevoli organismi internazionali, offre vantaggi logistici ed economici senza compromettere l’efficacia protettiva a breve termine.

Enti Proponenti e Base Scientifica

Advisory Committee on Immunization Practices (ACIP – Stati Uniti)
Nel 2024, l’ACIP ha pubblicato raccomandazioni basate su trial che dimostrano come 2 dosi di vaccino antirabbico (HDCV o PCECV) somministrate ai giorni 0 e 7 siano non inferiori al classico schema a 3 dosi (0, 7, 21/28 giorni).
Su 264 partecipanti, il 100% ha raggiunto titoli anticorpali ≥0,5 UI/mL entro 2-3 settimane dalla seconda dose, pari al gruppo a 3 dosi.

Australian Technical Advisory Group on Immunisation (ATAGI)
L’ATAGI ha approvato nel 2023 l’uso di 2 dosi intramuscolari (IM) o 2 somministrazioni intradermiche (ID) come alternativa, evidenziando una sieroconversione del 98-100% entro 14 giorni. Questo schema è particolarmente indicato per viaggiatori con partenze imminenti o esposizioni temporanee (<3 anni).

Efficacia e Durata della Protezione

Risposta Immunitaria Comparativa

  • Immunogenicità immediata:
    • 2 dosi IM: Titoli anticorpali ≥0,5 UI/mL nel 100% dei casi entro 14 giorni.
    • 2 dosi ID: Risposta simile con 0,1 ml per sito (2 siti al giorno 0 e 7)5.
    • Nessuna differenza significativa rispetto alle 3 dosi nella fase iniziale6.
  • Protezione a lungo termine:
    • Gli anticorpi permangono ≥0,5 UI/mL per 1-3 anni dopo 2 dosi, contro i 3-5 anni delle 3 dosi
    • Per rischi prolungati (>3 anni), è necessario un richiamo a 1 anno o il monitoraggio sierologico.

Popolazioni Speciali

  • Soggetti immunocompromessi: Lo schema a 2 dosi non è raccomandato per via della risposta immunitaria potenzialmente ridotta6.
  • Adulti >50 anni: La via intradermica a 2 dosi mostra tassi di sieroconversione inferiori rispetto ai giovani.

Vantaggi e Limiti del Regime a 2 Dosi

Vantaggi

  1. Riduzione dei costi: Fino al 50% in meno di dosi, cruciale per paesi a risorse limitate.
  2. Migliore aderenza: Minor numero di visite incrementa la compliance, specialmente tra i viaggiatori.
  3. Flessibilità logistica: Ideale per partenze urgenti (minimo 8 giorni tra le due dosi).

Limiti

  • Durata limitata: Richiede richiami più frequenti per esposizioni continuative6.
  • Mancanza di dati a lungo termine: Gli studi attuali coprono principalmente i primi 3 anni3.

Posizione dell’OMS e Adozione Globale

L’OMS, pur non avendo ancora incorporato ufficialmente il regime a 2 dosi nelle linee guida globali, ne riconosce la validità in contesti specifici. Paesi come Australia, Stati Uniti e Svizzera lo hanno già adottato per:

  • Viaggiatori a breve termine: Schema 0-7 giorni.
  • Professionisti a rischio intermittente: Con richiami biennali basati su titoli anticorpali.

Confronto con il Protocollo Tradizionale a 3 Dosi

Parametro 2 Dosi (ACIP/ATAGI) 3 Dosi (OMS Tradizionale)
Tempistica Giorni 0 e 7 Giorni 0, 7, 21/28
Copertura iniziale 100% a 14 giorni3 100% a 28 giorni9
Durata protezione 1-3 anni6 3-5 anni7
Costo Ridotto del 30-50%3 Standard
Indicazioni Esposizioni <3 anni6 Esposizioni croniche7

Raccomandazioni Pratiche

  1. Per viaggiatori:
    • 2 dosi IM o ID, con seconda dose almeno 8 giorni prima della partenza.
    • Richiamo a 1 anno se persistono rischi.
  2. Per veterinari/lavoratori:
    • Monitoraggio sierologico ogni 2 anni o richiami biennali.
  3. In casi di emergenza:
    • Se non è possibile completare 3 dosi, 2 dosi offrono protezione immediata, integrabile con PEP post-esposizione.

Conclusioni

Il protocollo a 2 dosi rappresenta un avanzamento significativo nella prevenzione della rabbia, bilanciando efficacia, praticità e sostenibilità economica. Sebbene non sostituisca completamente lo schema tradizionale per esposizioni croniche, è uno strumento vitale per ottimizzare la copertura vaccinale globale, in linea con l’obiettivo OMS di zero decessi umani entro il 2030. L’implementazione richiede attenzione alla durata della protezione e alle caratteristiche individuali dei vaccinati.

 

autore dr. Paolo Meo

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Rabbia – Scheda Vaccinazione

LA VACCINAZIONE CONTRO LA RABBIA viene effettuata nei seguenti casi:
(1) “PRE ESPOSIZIONE” per prevenire la malattia, prima dell’evento accidentale, che può essere: un morso o un graffio di un animale affetto o portatore di virus delle rabbia;
(2) ” POST ESPOSIZIONE” per evitare l’insorgenza della malattia, dopo l’esposizione accidentale al virus, ossia dopo un morso o graffio di un animale che può essere a rischio di contaggio del virus della rabbia.
Questi sono protocolli differenti

PRESSO IL POLO VIAGGI CESMET – ARTEMISIALAB  il dr. Paolo Meo effettua la valutazione di rischio rabbia paese / territorio nel pre esposizione; ed effettua la valutazione dell’evento e l’indicazione alla vaccinazione nel “post esposizione”.
Richiedi una consulenza prima di partire per sapere di più sul vaccino della Rabbia ed il consiglio di effettuarlo per rendere il tuo ciaggio sicuro.

CLICCA QUI PER LA CONSULENZA sulla Rabbia e la Vaccinazione 

E’ possibile richiedere la vaccinazione per la rabbia presso il POLO VIAGGI, anche in situazioni di URGENZA.

Per informazioni o prenotazioni clicca qui

Cosa è la rabbia?

PER APPROFONDIMENTI SULLA MALATTIA CLICCA QUI

 

Viaggiatori internazionali:

Tutti coloro che si recano in aree dove è possibile la presenza di animali rabidi o addirittura organizzano safari o battute di caccia, è opportuno che effettuino il ciclo vaccinale. In caso di evento è opportuno utilizzare il protocollo curativo, da utilizzare un caso di sospetto contagio, formato da una dose di immunoglobuline umane (1500 U.I. per un peso di 75 Kg.) e tre dosi di vaccino post-esposizione.

Vaccinazione Antirabbica: Protocolli Storici, Attuali e Linee Gu

Panoramica Storica ed Evoluzione dei Vaccini
Dai Tessuti Nervosi alle Colture Cellulari

La storia della vaccinazione antirabbica inizia nel 1885 con Louis Pasteur, che sviluppò il primo vaccino utilizzando midollo spinale essiccato di conigli infetti. Questo approccio, sebbene rivoluzionario, presentava gravi effetti collaterali neurologici, tra cui encefaliti e polineuriti, a causa della presenza di mielina nel preparato. Negli anni ’60, l’introduzione di vaccini su colture cellulari (CCV) ha segnato una svolta:
• HDCV (Human Diploid Cell Vaccine): sviluppato su fibroblasti umani, garantisce un’elevata immunogenicità e sicurezza.
• PCECV (Purified Chick Embryo Cell Vaccine): prodotto in embrioni di pollo, riduce i rischi di reazioni avverse.
L’OMS ha ufficialmente sconsigliato i vaccini derivati da tessuto nervoso (NTV) nel 2007, promuovendo l’adozione globale dei CCV.

Modalità di somministrazione:

Il vaccino rabbico può essere somministrato in via intramuscolare profonda, preferibilmente sul deltoide o sul quadricipite della coscia. evitare la somministrazione intraglutea o sottocutanea, in quanto l’induzione di una risposta immunitaria adeguata può essere meno affidabile. L’involontaria iniezione intravascolare può portare a reazioni sistemiche, incluso lo shock. Quindi il vaccino non deve essere iniettato per via intravascolare.

 

Protocolli Vaccinali Attuali


Profilassi Pre-Esposizione (PrEP)

Indicata per gruppi ad alto rischio (veterinari, viaggiatori in aree endemiche), prevede:

• Schema convenzionale: 3 dosi intramuscolari (IM) ai giorni 0, 7, 21/28.
• Schema accelerato: 3 dosi IM ai giorni 0, 3, 7 per adulti con necessità di protezione rapida.
• Via intradermica (ID): 0,1 ml in due siti (giorni 0, 7, 28), riducendo i costi del 60-80%. (non eseguita al POLO VIAGGI)

I titoli anticorpali ≥0,5 UI/ml, verificabili con test FAVN o RFFIT, conferiscono protezione per 2-5 anni, richiedendo richiami in base all’esposizione residua.

Profilassi Post-Esposizione (PEP)

Intervento d’emergenza dopo morsi/graffi, articolato in:
1. Lavaggio immediato della ferita: 15 minuti con acqua e sapone o soluzioni virucide (es. iodopovidone), riducendo il rischio del 40%.
2. Immunizzazione attiva:
o Soggetti non vaccinati: 4 dosi IM (giorni 0, 3, 7, 14) o 5 dosi IM (giorni 0, 3, 7, 14, 28).
Via ID: 0,1 ml in 4 siti (giorno 0), 2 siti (giorni 3, 7, 28) per risparmiare dosi.
3. Immunizzazione passiva:
o Immunoglobuline antirabbiche (RIG): 20 UI/kg, infiltrando il 50% nella ferita e il resto IM.
Da somministrare entro 7 giorni dall’inizio della PEP.

 

 

Linee Guida OMS e Strategie Globali

Raccomandazioni Chiave
• Eliminazione della rabbia canina: Vaccinazione del 70% dei cani per interrompere la trasmissione zoonotica.
• Transizione ai CCV: Abbandono globale degli NTV entro il 202513.
• Integrazione con PEP: Accesso universale alle RIG e ai vaccini, specialmente in Asia e Africa13.

Categorie di Esposizione e Intervento

• Categoria I (contatto indiretto):                                            Nessuna PEP.
• Categoria II (graffi/minori morsi):                                Solo vaccino.
• Categoria III (morsi multipli/contatto mucose):     Vaccino + RIG.

 

Gestione Clinica dell’Esposizione

Valutazione del Rischio
• Animali domestici: Osservazione per 10 giorni; se sintomi, eutanasia e test PCR.
• Fauna selvatica: Considerare infetti fino a prova contraria, avviando PEP immediata.

Protocolli per Paesi a Risorse Limitate
• Strategia 2-1-1: 2 dosi IM al giorno 0, 1 al giorno 7, 1 al giorno 21, senza RIG.
• Uso di sieri equini: Alternative alle RIG umane, con dosaggio di 40 UI/kg.

 

Considerazioni Speciali

Popolazioni Vulnerabili
• Bambini: Dosaggio IM uguale agli adulti, somministrato nella coscia anterolaterale.
Donne in gravidanza/allattamento: Nessuna controindicazione; la rabbia ha mortalità del 100%.
• Immunocompromessi: Raddoppiare le dosi e monitorare i titoli anticorpali17.

 

Reazioni Avverse

• Comuni: Reazioni locali (35-45%), febbre, mialgie.
• Gravi: Anafilassi (1:10.000), sindrome di Guillain-Barré (rara).

Sfide Future e Direzioni della Ricerca

Obiettivo “Zero decessi entro il 2030”
L’OMS stima necessari 6 miliardi USD/anno per:
Vaccinazioni di massa canine in 67 paesi endemici.
Piattaforme di produzione locale di CCV in Africa.
Innovazioni in Sperimentazione
• Vaccini a mRNA: Maggiore stabilità termica per aree remote.
• Anticorpi monoclonali: Sostituire le RIG (es. RAB1-MAB).

Abbiamo sintetizzato le raccomandazioni internazionali, integrando dati clinici e strategie di sanità pubblica per contrastare una delle zoonosi più letali. L’aderenza ai protocolli e l’accesso equo agli strumenti preventivi rimangono pilastri fondamentali per l’eradicazione globale.

 edito da  dr. Paolo Meo

AGGIORNAMENTI AI PROTOCOLLI ADOTTATI FINO AL 2018

 

segui gli aggiornamenti al

Protocollo a Due Dosi per la Profilassi Pre-Esposizione (PrEP) della Rabbia: Evidenze e Linee Guida CLICCA QUI

 

 

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La Consulenza ha il costo di € 70,00 (clicca qui per richiederla e prendere appuntamento) oppure scrivi a seg.cesmet@gmail.com; la consulenza vale per una o più persone. (viene effettuata la verifica dello stato di salute, il controllo del libretto vaccinazioni già esistente, la possibile risposta ai vaccini ed farmaci ed altro.) Al termine della consulenza viene inviata la documentazione del paese, la ricetta dei farmaci da acquistare, e l’elenco dei vaccini indicati con la loro spiegazione.

AL RIENTRO: se hai problemi di salute o malesseri legati al viaggio, con sintomi fisici o psicofisici quali “jet lag, alimentazione, stanchezza, ansia, contatto (e talvolta contagio) con malattie”, la visita on line con il medico specialista ha un costo di 100,00 (clicca qui e lascia i tuoi dati per essere contattato e avere l’appuntamento).
Richiedi una consulenza anche se è passato tempo dal tuo ultimo viaggio e non ti senti bene. 

Il dr. Paolo Meo visita presso il POLO VIAGGI Artemisia-Cesmet in via Piave 76 Roma. In presenza potrai effettuare visite infettivologiche e tropicali, controlli e diagnosi per malaria, dengue ed altre malattie dal rientro dei viaggi.

ll dott. Paolo Meo, medico infettivologo e tropicalista ed esperto di realtà sanitarie internazionali ha lavorato e lavora in molteplici realtà tropicali di diversi continenti e soprattutto in Africa. I consigli provengono da esperienze decennali vissute nelle realtà di molti paesi.

Richiedi anche informazioni per le convenzioni con le aziende, enti o istituzioni (clicca qui)

Per ulteriori info contatta la segreteria scrivendo a seg.cesmet@gmail.com

 

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NOZETA la nuova formulazione dell’OLIO DI NEEM

LA SICUREZZA IN VIAGGIO
zanzare – zecche – parassiti – sole e ustioni

NOZETA   è     OLIO DI NEEM + essenze aromatiche

                                                                                                                       (Azadirachta indica con Corymbia citriodora e altre essenze
                                                                                                                   Confezione da 100 cc per i viaggi in aereo 

                                                                                                                                       

 

NOZETA è un prodotto multiuso, naturale, sicuro, efficace, estratto dal frutto e dalle radici dell‘albero di Neem.
E’ utilizzabile anche sui neonati, nei bambini nelle donne in gravidanza ed in coloro che desiderano evitare prodotti chimici. Mostra grande efficacia come repellente per le “punture degli insetti” in generale, ed in modo particolare nei confronti delle “punture delle zanzare”. Efficace per zanzare del tipo Aedes (zanzara tigre –  che trasmette Dengue, Zika e Chikungunya);

NOZETA è la composizione per l'uomo del Neem
NOZETA è la composizione del Neem per uso umano

per zanzare del tipo Anopheles (le zanzare che trasmettono la malaria); per zanzare del tipo Culex (le zanzare che trasmettono Encefalite Giapponese); per altri tipi di zanzare. Questo prodotto è efficace anche nei confronti delle zecche (tiene lontane questi tipi di artropodi -che possono trasmettere la Rickettsia, tifo esantematico, e il virus dell’encefalite).
Nella formulazione per i viaggiatori questo olio, con l’aggiunta di “essenze” quali “Corymbria citrodora” ed altre essenze, che ne potenziano l’efficacia e che ne migliorano la fragranza e l’odore, consente un utilizzo “multiplo”, nei confronti di parassiti, microbi, virus. Il prodotto è molto efficace anche nelle ustioni.

 

UTILIZZO DURANTE I VIAGGI

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RIMEDIO CONTRO: ZANZARE, altri INSETTI;  tiene lontane API e VESPE, ZECCHE

RIMEDIO CONTRO: PARASSITI DELLA PELLE e CAPELLI (SCABBIA, PIDOCCHI, PULCI)
RIMEDIO CONTRO: BATTERI, FUNGHI E VIRUS azione antisettica; disinfettante cutaneo;  disinfettante acque lavaggio del corpo;

RIMEDIO CONTRO: AGGRESSIONE SOLARE DELLA PELLE ( NUTRIENTE E RIVITALIZZANTE;  AZIONE ANTI-USTIONE – ANTI-ERITEMA SOLARE;

RIMEDIO CONTRO : CADUTA ED INDEBOLIMENTO DEI CAPELLI.

 

(A)  PREVENZIONE DA PUNTURE DI INSETTI ED IN PARTICOLARE DA PUNTURE DI ZANZARA

  • ha una AZIONE PREVENTIVA per le punture di tutti gli insetti ma in particolare per le punture di zanzara; allontana le zecche;
  • ha una AZIONE LENITIVA – ANTINFIAMMATORIA;

uso: applicare sulle parti scoperte del volto, braccia e gambe, al bisogno in particolare nelle ore pomeridiane o notturne. Applicare sulla zona infiammata dalle punture per azione lenitiva ed antinfiammatoria. Molto efficace per le pelle delicate, dei neonati, ed irritate;

 

(B)  PREVENZIONE PARASSITI CUTANEI E CUOIO CAPELLUTO,

 

  • Azione anti parassitaria cutanea (scabbia, pidocchi, pulci ed altre), Distrugge i parassiti e toglie ponfi ed infiammazione

uso: applicare sulle parti attaccate dai parassiti, sulle zone infiammate per le punture, sui capelli in presenza di pidocchi, anche con lo shampoo.

 

  • Azione antisettica contro i batteri e funghi e virus presenti nelle acque utilizzate per docce, bagni, lavaggio del Azione protettiva cutanea e parti intime; molto utile nelle lavande ginecologiche (contro candida e batteri);

uso: in aggiunta a bagnoschiuma e shampoo (2/3 gocce), prodotto idrosolubile;

 

(C)  AZIONE PROTETTIVA CUTANEA, SOLARE ed ANTI USTIONE

 

[1] Azione protettiva e rivitalizzante cutanea da agenti atmosferici (vento, sabbia, polvere, altitudine, sole) [2] Azione NUTRIENTE della cute; [3] azione  ANTI ERITEMA SOLARE -antinfiammatorio dopo le esposizioni al sole

uso: una piccola quantità in aggiunta alle creme solari; da passare dopo l’esposizione al sole come azione rinfrescante ed emolliente); da applicare sulle aree infiammate da eritema solare;

[3] azione anti USTIONE: azione efficace ed immediata sulle ustioni da calore (olio, acqua, fuoco)

uso: da applicare immediatamente e continuare l’applicazione per 10 minuti; continuare ad applicare fino alla cessazione dei sintomi.

 

 Per info e acquisti clicca qui

 

 

 

 

 

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