COVID-19 La grande battaglia a cui siamo chiamati

COVID-19 La grande battaglia a cui siamo chiamati

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COVID-19: la grande battaglia a cui siamo chiamati. creare difese immunitarie, vaccino, farmaci antivirali. Nell’immediato isolamento, quarantena e misure di contenimento.

 

L’uomo si proteggerà dal  virus SARS-CoV-2: (1)  quando avrà imparato a produrre nel suo organismo gli anticorpi specifici ed i potenti sistemi di difesa immunitaria; (2) quando avrà realizzato e commercializzato un vaccino efficace sicuro; (3) quando avrà a disposizione farmaci antivirali attivi e specifici. Queste sono le armi con cui l’umanità si protegge da milioni di esseri microscopici, che convivono ma anche ci attaccano in continuazione.  Oggi, in assenza di queste armi per combattere questo nuovo virus, la grande battaglia è combattuta con (1) l’isolamento, (2) la quarantena e (3) le misure di contenimento territoriali.
Partiamo dalle affermazioni della donna quarantasettenne di Vò Euganeo, il paese dove si è sviluppato il focolaio italiano della epidemia da COVID-19. Signora guarita dalla forma respiratoria causata dal virus SARS-CoV-2 ed ora negativa ai test del virus. Dice la signora: “Svegliamoci ragazzi, che ci stiamo facendo del male da soli …. ho fatto il tampone non per me ma per chi mi era

il virus diffonde indisturbato

intorno. Mi guardavano come se avessi sputato il virus nel caffè …. sono stata un giorno in ospedale, mi hanno fatto una flebo e mi hanno dimessa … ho fatto la quarantena, ossia i 14 giorni a casa … , se non fosse morto il povero Adriano, l’anziano signore già ricoverato per problemi pregressi, se fossimo andati lunghi, non avrei saputo di essere positiva. E come me, tanti altri. Non credo sarebbe cambiato nulla” Ed aggiunge “Ma di cosa parliamo? Si tratta di un’influenza, mica muori. Mi sembra che siano diventati tutti scemi”.

Queste sono le dichiarazioni ben chiare e comprensibili di una persona che ha vissuto per giorni nell’incubo di questo virus. Poi lo stupore di chi è stato relativamente male, isolato, guardato come un appestato, quasi un untore, e che non capisce la sproporzione tra la lieve malattia subita, e l’enormità degli eventi subiti dopo la dimostrazione della positività del tampone. Lei e tanti altri non capiscono cosa è questo coronavirus! Un VIRUS nuovo, mai sentito, mutato da pochi mesi, passato da alcuni animali, ad infettare improvvisamente l’uomo. Tutto nuovo, troppo recente, di difficile comprensione, anche per il mondo scientifico. Ma ricordiamoci che, per sua natura, il coronavirus è un virus respiratorio, diffusivo, secondo regole conosciute e certe, poco aggressivo. La sua caratteristica particolare è la diffusione veloce ed esponenziale. Nessuno di noi umani ha ancora le difese nei confronti di questo virus. Il virus si trova di fronte ad una immenso campo di grano (la popolazione del mondo intero). Un campo di grano da sfruttare, in cui riprodursi e crescere in modo esponenziale. Un campo (il nostro organismo) non protetto dai nostri formidabili eserciti (le difese immunitarie) pronti ad intervenire per difenderci da qualsiasi attacco di microbi (I diversi livelli di difese immunitarie. Vedi quanto ho   scritto in precedenza.) In questa situazione il virus corre senza freno, diffonde. E più diffonde, più tende a contagiare altri individui. E così in una catena senza fine. Il problema sta nel fatto che tanto più diffonde questo virus, tanto più aumentano le persone ammalate, e di queste una percentuale comunque manifesta forme gravi, talvolta mortali. Al crescere esponenzialmente il numero dei malati, in particolare per i più deboli e già ammalati, devono esserci organizzazioni sanitarie pronte all’impatto di numeri impossibili da reggere. In questa situazione anche i migliori sistemi sanitari rischiano il collasso sotto numeri enormi di pazienti che richiedono assistenza.
Quale è quindi la grande battaglia a cui siamo chiamati? La grande battaglia di tutta l’umanità è evitare che diffonda un virus senza freno, per mancanza di difese immunitarie generali e specifiche, prodotte dal nostro organismo; per la mancanza di vaccini sicuri ed efficaci e di farmaci antivirali attivi. E questo è il vero problema di un focolaio iniziale, prima piccolo, poi epidemico, che crescendo diventa pandemia. E gli strumenti per frenare questa corsa del virus sono medicine e vaccini. Queste le armi che l’umanità mette in campo contro SARS_CoV-2, difese immunitarie degli organismi, vaccini e farmaci. Un esercito pronto a combattere un nemico furbo ed aggressivo. Ma fino a quando non abbiamo trovato un vaccino efficace e sicuro, ed un farmaco antivirale attivo, gli unici strumenti a disposizione sono l’isolamento dei dei malati, la quarantena dei contatti, il contenimento di comunità, di intere città o aree contaminate.In questo caso non perché il virus è letale, ma perché cresce a dismisura. E questo è quanto è successo nelle nostre regioni del Nord del nostro paese. Ora il virus continuerà comunque a diffondere, ma nel frattempo lo sforzo della comunità scientifica internazionale è trovare al più presto “il vaccino specifico” ed il farmaco più appropriato.   
Ed anche questa volta si dimostra ai gruppi NO VAX che senza degli strumenti adeguati che inducono una protezione anticorpale specifica non si arriva da nessuna parte.

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