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Diagnosi di febbre gialla in viaggiatore al rientro da San Paolo, Brasile

Diagnosi di febbre gialla in viaggiatore al rientro da San Paolo, Brasile

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19 Gennaio 2018 – Fonti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno segnalato un caso di febbre gialla in viaggiatore olandese al rientro dal Brasile, stato si San Paolo.
Il viaggiatore, maschio, 46 anni, aveva soggiornato in Brasile, San paolo, Maripora, dal 19/12/2017 al 07/01/2018.
La malattia esordiva in data 07/01/18 con sintomi aspecifici quali: Febbre elevata, cefalea, mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito e diarrea.
Il paziente non riportava storia di pregressa vaccinazione per febbre gialla. 
La diagnosi è stata possibile grazie all’isolamento da sangue intero, plasma ed urina del RNA virale attraverso la tecnica di PCR-RT (reazione polimerasica a catena “real time”), tecnica di biologia molecolare utile per la ricerca del genoma virale e successiva tipizzazione.
Già da tempo le autorità sanitarie brasiliane hanno segnalato il rischio di infezione da virus della febbre gialla (VFG), tuttavia al momento le aree urbane sembravano escluse dall’epidemia in corso. Dal mese di Gennaio 2018 già 3 casi e 2 decessi sono stati segnalati nell’area urbana di San Paolo. Le autorità sanitarie temono che si stia innescando un “ciclo di trasmissione urbano” che vede Aedes egypti la zanzara vettore maggiormente implicata.
Già dal mese di ottobre 2017 le autorità locali hanno disposto la chiusura dei parchi naturali nello stato di San Paolo, a causa della presenza, confermata, di scimmie affette dal virus. Si ricorda infatti che il serbatoio naturale del virus è rappresentato da alcune specie di primati coinvolti soprattutto nel cosi detto ciclo silvestre, l’uomo può rappresentare il serbatoio naturale nel ciclo urbano.
I vettori del virus sono zanzare del genere Aedes e Haemagogus e trasmettono il virus durante il pasto ematico. Le zanzare restano infette per tutta la loro vita, mentre il sangue dei pazienti infetti è contagioso da 24 a 48 ore prima della comparsa dei sintomi fino a 3-5 giorni dopo la guarigione clinica.
Si impone dunque di inserire l’ipotesi di infezione da febbre gialla nella diagnosi differenziale in caso di febbre di natura da determinare al rientro da viaggio nella zona di San Paolo.
L’infezione da virus della febbre gialla non prevede terapia antivirale specifica. La terapia consiste nel supporto alle funzioni vitali. 
In alcuni casi è necessario il trapianto epatico. 
Esiste la possibilità di immunizzazione attiva attraverso vaccinazione tramite la somministrazione di virus vivo attenuato: 
vaccino antiamarillico 17D (Stmaril). Unica vaccinazione soggetta a regolamento obbligatorio internazionale.
Il caso del paziente olandese con infezione da febbre gialla importata rende conto della scarsa percezione del rischio di infezioni tra i viaggiatori internazionali.
Consigliamo caldamente la vaccinazione a tutti coloro che si recano sia in zona  infetta che in zona endemica.
Per i viaggiatori che si spostano tra paesi dove è presente la zanzara, la vaccinazione è resa obbligatoria per regolamento internazionale
Anche il WHO, a seguito di quanto avvenuto in Olanda, ha diramato un comunicato che invita alla vaccinazione tutti i viaggiatori che intendono viaggiare nello stato di San Paolo in Brasile: “Considering the increased level of yellow fever virus activity observed across the state of São Paulo, the WHO Secretariat has determined that, in addition to the areas listed in previous updates, the entire state of São Paulo should also be considered at risk for yellow fever transmission. Consequently, vaccination against yellow fever is recommended for international travellers visiting any area in the state of São Paulo”.
Fonte:
Chantal Reusken, Corine GeurtsvanKessel, Perry van Genderen, Lennert Slobbe, Marion Koopmans (on behalf of the medical and laboratory team)
WHO Collaborating Centre for Arbovirus and Viral Haemorraghic Fever Reference and Research, Department of Virology, Erasmus MC, Rotterdam, the Netherlands

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