Corona virus, seconda ondata, lockdown in arrivo: che succede?

Corona virus, seconda ondata, lockdown in arrivo: che succede?

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Il Coronavirus SARS-CoV-2 continua ad avanzare come un’onda e non si arresta.

Siamo quasi al nuovo e drammatico lockdown nazionale. Blocchi di aree, territori o addirittura di regioni; chiusure mirate o generalizzate di negozi, attività, produzioni; controlli sempre più stretti. Dalla fine dell’estate 2020 ognuno di noi, tranne eccezioni prima diffuse, poi rare, ha cercato di adottare misure, comportamenti, freni, utilizzando le mascherine, ha cercato di applicare le giuste regole del distanziamento. Tutto questo con risultati assai scarsi, anzi con nessun risultato. Nonostante le attenzioni crescenti di tutti noi la presenza del virus è in crescita costante. Tamponi antigenici, tamponi molecolari, test sierologici per lo studio degli anticorpi, con questi test studiamo la crescita del virus tra di noi.
Ma perché si è creata questa situazione? Cosa sta succedendo? Di chi è stata e di chi è la colpa di non aver previsto tutto questo?
Francamente sono sicuro che la colpa non è di nessuno! Ci siamo semplicemente dimenticati che esistono da sempre leggi biologiche che governano i rapporti tra organismi (uomini) e microrganismi (virus e batteri) e queste leggi, da sempre, seguono e si adeguano ai ritmi delle stagioni e all’influenza dei diversi ambienti. Da sempre l’autunno e l’inverno sono stati considerati il periodo della crescita delle ondate delle malattie infettive. La patologia respiratoria prima di tutto, ed anche quella intestinale, crescono senza sosta fino alla primavera e poi durante l’estate tutto sembra sparire. E ancora più tutto questo era vero quando c’erano le stagioni classiche. Scopriamo di cosa si tratta.
In questi giorni tutti si scagliano gli uni contro gli altri. La ricerca del capro espiatorio è diventato lo sport nazionale. Tutti lanciati alla ricerca del colpevole della avanzata del virus SARS-CoV-2, in una situazione di tracollo sanitario globale. Molti di noi rimangono sbalorditi di quanto succede, ma tutto questo era prevedibile. Il virus, cresciuto e diffusosi durante l’autunno ‘19 e l’inverno scorso, ha avuto una flessione generalizzata nelle sue manifestazioni in molte aree del mondo, ma non è scomparso, non è mutato né è diventato meno virulento. Ha soltanto trovato nei nostri organismi una situazione sfavorevole di crescita e riproduzione. Questo alle nostre latitudini europee. La situazione è stata diversa in altri continenti. Poi da settembre il virus ha ripreso la sua corsa ed è cresciuto seguendo le sue regole. Ora cresce, diffonde, si riproduce e contagia, trovando, al contrario dell’estate, un ambiente favorevole alla riproduzione ed alla diffusione intracellulare. E crescerà ancora seguendo le sue regole. Ora la situazione è grave perché i numeri dei soggetti infetti crescono in senso assoluto e al crescere delle infezioni crescono proporzionalmente i malati, e ahimé, i morti. Ci troviamo quindi nella situazione di ricerca di soluzioni e non di colpevoli. E questo è anche un invito a chi fa informazione. Non buttate benzina sul fuoco. A tutta l’informazione la preghiera di fornire le giuste spiegazioni che chiariscano a tutti il perché di tanta emergenza. Critiche, sospetti, creazione di situazioni di incertezza.
Cerchiamo di esaminare la situazione di questi giorni di novembre ’20 obiettivamente.
Il vero problema attuale è l’impennata dei contagi. Questa situazione è tipica di questo periodo, per un virus nuovo e molto diffusivo, che non trova freni inibitori alla sua crescita. Gli infetti crescono a migliaia e oltre agli infetti asintomatici aumentano i malati, ossia coloro che presentano sintomi. E tra questi molti respirano con affanno ed entrano nel panico del Covid-19. E’ chiaro che in questo contesto andiamo velocemente verso il collasso delle strutture e della organizzazione sanitaria nazionale e globale. Le onde della pandemia Covid-19 si succedono senza sosta. Gli accessi ai Pronto Soccorsi ed agli Ospedali non si arrestano. Crescono costantemente coloro che stanno male ed anche coloro che non ce la fanno. (oggi 11 Novembre 20 oltre 600 nuovi decessi).
La chiamata al distanziamento sociale anche tra conviventi stretti, la battaglia all’evitare di far circolare il virus, sempre più pressante, i comportamenti di noi singoli individui (distanza-mascherina-lavaggi), richiesta invero da sempre, non ha ottenuto il successo sperato di contenere il virus, ma comunque continua ad essere l’unico freno reale all’avanzata del virus, che però noi sappiamo continuerà ad avanzare e ad allettare migliaia di persone. Non è questione di tarda applicazione delle regole date, ma di inevitabile inadeguatezza dei comportamenti alla avanzata del virus.
Molti virus e batteri si rafforzano e ci aggrediscono prevalentemente in autunno ed in inverno. E questa regola va tenuta ben presente ed in buon conto. Non abbiamo considerato una legge fondamentale del rapporto biologico tra esseri viventi. La maggior parte delle malattie infettive, soprattutto quelle respiratorie ed intestinali, crescono e si sviluppano durante l’autunno, trovando il loro picco nella stagione invernale (fredda, con poca irradiazione luminosa, secca, con elevata presenza di particolato ed inquinamento in crescita in questo periodo, e molti altri fattori) che nella loro globalità influenzano e deprimono le nostre risposte difensive di primo livello, cutaneo o delle mucose respiratorie, e deprimono anche le risposte cellulari del nostro sistema immune. Siamo nella stagione in cui è in aumento esponenziale la presenza di virus e batteri, a ondate, con caratteristiche, le più diverse, ma tutti caratterizzati da facilità di attecchimento e diffusione intracellulare. L’organismo sempre meno si oppone alla avanzata dei virus ed è pronto a rispondere ai loro attacchi. E’ la caratteristica di questo periodo. Caratteristica che ci accompagnerà per tutto l’inverno.
Caratteristica del virus SARS-CoV-2
Nell’ambiente infettivologico è sempre stata chiara l’immagine, descritta in questo sito web della “prateria infinita”, ossia l’umanità, dove il virus fin dall’inizio ha avuto modo di galoppare e di diffondere sé stesso senza sosta. Galoppare in una prateria senza ostacoli vuol dire infettare, infettare, infettare. Una prateria (l’umanità – gli organismi) dove questo esserino microscopico, formato da una anima di genoma ad RNA, obbligato a riprodursi nelle cellule di ciascuno di noi, ha trovato il modo di diffondere nonostante le pallide ed iniziali resistenze alla diffusione, attuate dagli organismi, via vi che venivano infettati. Una immunità approssimativa, incerta, nei confronti di un virus che per la prima volta veniva a suo contatto.
Come ho già avuto modo di commentare diverse volte, le curve di decrescita della presenza del virus hanno corrisposto in molte aree quasi alla completa scomparsa, con tassi di infettività tendenti allo 0. Quindi, da settembre una nuova crescita della presenza del virus e soprattutto un aumento della sua aggressività nei confronti delle cellule. Questi andamenti sono stati presenti in molti paesi ed hanno seguito stagioni ed ambienti, che da sempre influenzano l’aggressione del virus.
Quindi chiariamo un fatto evidente. Questo virus non è mutato in modo così evidente, è rimasto sempre lo stesso, con la sua capacità di diffondere, infettare ed attaccare diverse parti dell’organismo. Questo virus non è né scomparso né è morto. Ha solo trovato gli organismi più forti durante l’estate e via via sempre meno resistenti alla sua diffusione dal mese di ottobre. Soggetti anche a situazioni di co-infezioni, o di comorbilità, cioè presenza di altri microbi o altre malattie, in organismi con sistemi immunitari deficitari e poco rispondenti.
Uno sguardo all’Italia, In piena onda epidemica tra gennaio e aprile 2020. Situazione di co-morbilità con la maggior parte delle patologie del tratto respiratorio, a cominciare l’influenza. Le co-infezioni sono state tra le cause maggiori di morbilità e mortalità del Covid-19. Non da solo, quindi, ma sempre in compagnia di altri microrganismi. Siamo andati avanti per mesi con curve stabili di infezioni, anche durante il lockdown, poi l’avanzata della primavera e soprattutto il periodo estivo, che per definizione sono periodi di scomparsa della maggior parte delle malattie infettive, hanno fatto giustizia, di un nemico assai pericoloso.
Ma il virus era veramente finito? Cambiato? Diventato più addomesticato? Assolutamente no. Attenzione massima ed anche capacità di cura e di sostegno del nostro stato di buona salute che costituisce la prima difesa.

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