Cambiamenti climatici e malattie: un esempio dalla Legionella

Cambiamenti climatici e malattie: un esempio dalla Legionella

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“Attenzione alla Legionella dopo le grandi piogge”

Situazioni di emergenza in coincidenza di particolari eventi catastrofici si possono associare a focolai di malattie specifiche. È il caso della meningite epidemica ad esempio, che facilmente capita nelle tendopoli di popolazioni di senza tetto. È il caso anche di focolai di malattie a contagio oro fecale: le varie epatiti alimentari, A ed E, le salmonellosi etc. Le alluvioni sono un fenomeno relativamente eccezionale,  ed alcuni effetti possono essere previsti, almeno in campo sanitario. È questo il caso della legionellosi. Nella fattispecie si  è già associata ad eventi alluvionali nel 2011 a Pittsburgh, con dei casi sporadici ed un piccolo focolaio di 15 casi, verificatisi nell’arco di quindici giorni, in una casa di cura. Inoltre studi epidemiologici condotti da studiosi americani ed olandesi hanno accertato un legame tra aumentata quantità di precipitazioni piovose e prevalenza di legionellosi. Addirittura, secondo uno studio in corso in collaborazione tra l’ “Allegheny County Health Dept” (Pittsburgh) e lo “Special Pathogens Lab” di  Pittsburgh,  è presente una diretta correlazione con l’intensità di precipitazione, cioè il rain rate espresso in mm/h’.  Anche se i meccanismi con i quali questa contaminazione avviene non sono del tutto chiariti, forse, il deflusso di sedimenti organici durante le forti piogge potrebbe contaminare i sistemi idrici della collettività.

Questo infatti faciliterebbe l’ingresso, quasi a pressione, e l’attecchimento della Legionella pneumophila nei sistemi di alimentazione da rete  e di distribuzione idrica negli edifici di grandi dimensioni, come gli ospedali. In coincidenza quindi dei recenti episodi di alluvioni determinati dall’uragano Sandy negli Stati Uniti, e adesso in Italia, con l’inondazione del Maremmano, i medici dovrebbero sempre sospettare la presenza di una legionellosi in caso di polmonite, sia acquisita in comunità che in pazienti degenti in ospedale, magari da tempo, ricordandosi di sottoporre il soggetto interessato al test di identificazione di Legionella sulle urine, oltre allo pneumococco.

La ricerca colturale del patogeno nelle docce e nei rubinetti dell’ospedale deve comunque accompagnare la ricerca clinica. E nel caso vi fosse una discordanza e il predetto test su urine del paziente fosse negativo, mentre la coltura da acqua proveniente dall’impianto risultasse positiva per Legionella di siero gruppo non 1, si procede alla coltura selettiva da espettorato nel malato sospetto, in quanto il test urinario rileva solamente il sierogruppo 1 della Legionella. Si devono controllare con particolare attenzione le condizioni dei bambini e degli anziani ricoverati.

Anche se il periodo di incubazione della legionellosi è di 2-14 giorni, il profondo cambiamento delle condizioni ambientali determinato dalle catastrofi naturali meteorologiche può ripercuotersi a distanza di tempo.  La Legionella è un microrganismo ambientale ubiquitario che prolifera soprattutto in ambienti acquatici caldi, tra i 32 e i 45 °C.  Si conosce anche un rapporto simbiotico fra Legionella, amebe, alghe verdi azzurre e ciliati, che probabilmente garantiscono la sopravvivenza del patogeno in ambienti umidi.  La trasmissione è facilitata dalla aerosolizzazione e le categorie a rischio sono soprattutto anziani, fumatori, pazienti con malattie respiratorie croniche, pazienti dializzati. E come affermato nella sezione dedicata all’argomento nel sito dell’ISS , http://www.epicentro.iss.it/problemi/legionellosi/legionellosi.asp , la Legionella è favorita dalle situazioni in cui le persone sono riunite in uno stesso ambiente, come avviene in case di cura, residenze per anziani, ospedali, piscine e terme e altri luoghi pubblici, nei quali è in funzione un sistema di condizionamento, di umidificazione o di trattamento dell’aria o di ricircolarizzazione delle acque. In particolare, negli ultimi anni, il problema si è manifestato in seguito all’intensificarsi dei viaggi in zone del mondo dove la gestione degli impianti idrici può essere poco accurata.

Studiando l’alta prevalenza della malattia nei camionisti, ricercatori giapponesi hanno ipotizzato che gli aerosol contaminati riescano ad entrare nel camion, quando passa su superfici stradali bagnate dalla pioggia, e disseminate di pozzanghere, in quanto la Legionella è stata isolata dalle pozzanghere di pioggia su strade asfaltate, in particolare durante la stagione calda.

Le inondazioni dovute a intense piogge hanno creato le condizioni per  un focolaio di legionellosi in un bar a St Louis, dove una pompa di pozzetto in uno scantinato allagato ha amplificato la riproduzione di Legionella e favorito l’aerosolizzazione successiva.

Nei Paesi Bassi, Schets et al. hanno trovato Legionella nell’acqua piovana raccolta nei serbatoi del tetto, che possono costituire un rischio per la salute quando aerosol contenenti Legionella si formano nel corso dell’uso dello sciacquone o quando si effettua una doccia e poi vengono inalati.

Fonte

www.promedmail.org

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