Africa Polio free: un sogno divenuto realtà

Africa Polio free: un sogno divenuto realtà

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Africa Polio free. Il 25 agosto 2020 è una data storica, un traguardo impensabile fino a pochi anni fa. Il poliovirus è sconfitto. OMS annuncia il successo

ragazzino aggredito da poliovirus fuori aeroporto
AFRICA POLIO FREE    ragazzino aggredito da poliovirus fuori dall’aeroporto

Febbraio 1981 aeroporto di Mogadiscio, la mia prima missione in Africa, ancora medico ragazzino. Sbarcato dall’aereo e presi i bagagli mi avvio all’uscita di una sorta di costruzione che sembra non reggersi in piedi. Muri scrostati, macchiati ovunque, intervallati da cartoni, legna e … vuoto di parete.
Una folla variopinta a me sconosciuta nei modi e nei comportamenti attende fuori la dogana. Mi addentro a spintoni tra la gente e vedo tanti piccoli bambini per terra, con le loro gambine bloccate sopra una sorta di tavoletta su rotelle. Si strascinano con le loro braccine veloci come piccoli uccellini. “bakshish bakshish – un aiuto – un soldino” è una voce unica, un grido che cresce andando verso i fuoristrada che ci aspettano pronti a portarci via. Altri bimbi con le grucce, accompagnati da adulti non si sa bene se compassionevoli o sfruttatori del male altrui. E da sempre la compassionevole poliomielite è stata motivo di sfruttamento indegno di persone sofferenti. Per me ed i miei colleghi medici imberbi, freschi di       studio ma privi di esperienza è il trauma di chi affronta per la prima volta l’ Africa; e con l’Africa la poliomielite. Una malattia che da sempre ha lasciato morte e segni indelebili e permanenti ha chi ha subito l’attacco del virus. Il “sacro fuoco del fare” di chi si è appena laureato, pieno di scienza e di studi, si spegne di fronte alla cruda realtà della vita di tutti i giorni. Il sapere si scontra con la realtà dura e dolorosa. Le immagini dei testi sbiadiscono di fronte a tanto dolore, nascosto dal furore dei piccoli bambini, sempre comunque pieni di vita, ma sfigurati dal virus della polio. Malattia terribile, drammatica, sfigurante

 

polio in Italia anni '60
WORLD POLIO FREE                                       ricordi di polio a scuola

E il mio ricordo corre dove quello dei più giovani non arriva.  All’inizio degli anni ‘60 quando, ancora bambino, alla scuola materna, ricordo alcuni compagni, con il loro grembiulino, segnati indelebilmente dalla aggressione del virus della poliomielite. Con la loro zoppia tipica della gamba sfigurata dalla polio, con quei piedini storti, con la poca forza di appoggio. Alcuni con le grucce sempre al loro fianco. Questo era il virus della polio tra di noi.

 

Ricordi lontani oramai dimenticati. E ricordi indelebili di quelle campagne di vaccinazioni con file interminabili di mamme e piccoli  il cui obiettivo era arrivare dopo ore allo zuccherino rosa. Era una conquista. E tutti noi, piccoli scolari in quel tempo abbiamo un ricordo lontano, sbiadito ma piacevole.         

vaccino antipolio con lo zuccherino
vaccino antipolio con lo zuccherino

Tutti i bambini erano entusiasti di andare a prendere lo zuccherino. Che conquista questo vaccino, quante vite salvate, quante persone storpie in meno, fino a sparire, quasi. Queste zollette hanno reso l’Italia, l’Europa e il nord del mondo polio free. Per il sud del mondo ci sono volute lotte e sforzi enormi, ma alla fine … 

Mettiamoci bene in mente che se non ci fosse stato questo zuccherino ancora saremo stati pieni di grucce, tavolette, zoppie, arti deformati. Il vaccino contro la polio ha eliminato tutto questo. E questo deve essere chiaro ai NO VAX di tutto il mondo. Il vaccino ci ha eliminato questa tremenda realtà che ora i signori NO VAX non vedono più.

Questa immagine di una polio così diffusa e così crudele ce la porteremo avanti per molti anni. I miei ricordi vanno ai tanti Etiopi, bambini e adulti, nel nord del paese; vanno al progetto Tana Beles, alla fine anni ’80. Camminate strascicanti di tante persone legate al proprio destino condizionato da un virus assassino; accanto all’ospedale del cantiere, gruppetti di poliomelitici in cerca più di bakshish che di cure.  I miei ricordi vanno ai villaggi del nord della Sierra Leone che si sviluppavano attorno ai cantieri di tante imprese, la mia era la Salini Costruttori, che comunque propose e finanziò, grande esempio per una impresa all’inizio degli anni ’90,  una campagna di vaccini per la polio fatti nei villaggi e sulle popolazioni dei suoi lavoratori, che vivevano vicino ai cantieri. Quante persone buttate a terra accanto alle loro capannine con i loro monconcini, gambe rovinate, piccole grucce, tavolette, lettighe per i più sfortunati.

I miei ricordi vanno alla Nigeria, Mauritania, Kenia, Mozambico … e altri paesi. Il virus presente ovunque. E in Etiopia ancora con il nostro fuoristrada sempre circondato da folle di ragazzini

 la poliomielite questo lo abbiano visto e grazie ai vaccini non c'è più
la poliomielite questo lo abbiano visto e grazie ai vaccini non c’è più

urlanti, con le loro danze ritmiche e per terra tanti piccoli bambini che si trascinano sotto le ruote con le loro tavolette mobili. C’era da aver paura a ripartire o guidare con il rischio di schiacciare questi corpicini … ma chi conosce questi ragazzini con le loro le loro gambine flosce e malformate, conosce la loro rapidità di movimento. Come i colombi, che credi di uccidere con la macchina, ma più ti muovi più spariscono. La bella Addis negli anni ‘80 e ‘90 era piena di casi di polio. Una realtà scomparsa con le campagne di vaccinazioni. Vaccinazioni inizialmente date in modo incerto, da organizzazioni di volontari, contro il parere e la voglia di tutti. Vaccinazioni che poi sono diventate il mantra dei governi. La protezione delle generazioni future.

E il nostro lavoro non è stato vano. Nelle savane africane, per anni, dal 1981, l’anno del mio primo vaccino somministrato in Africa, nei villaggi e nei cantieri spersi nei più diversi paesi, fino  all’organizzazione dl un “centro di vaccinazioni” realizzato secondo regole in uno dei tanti ospedali in Tanzania, collegato a rete con tutte le altre strutture sanitarie che distribuiscono a tutta la popolazione vaccini, con una ottima organizzazione dello stato tanzanese; ed io ne sono stato parte. Tutto questo era una vera utopia un tempo. Ma l’obiettivo è stato raggiunto e allora è valsa la pena di studiare, organizzare, gestire campagne di vaccinazioni nei luoghi e nelle condizioni più diverse. Dai campi profughi della guerra dell’Ogaden, Qoorioley – Merka ,Somalia, ai nomadi Tuareg e Mauri sempre in movimento, ai villaggi di Sierra Leone, Nigeria e Niger, Mozambico e sud Zimbabwe, al confine sud Africa. Che lotta dura convincere i capi tribù, o i capi dei villaggio o religiosi, che le campagne vaccinali sarebbero state fondamentali per la salute dei loro bambini.

Negli anni ‘80 e ‘90 molti stati africani erano praticamente assenti nella organizzazione delle campagne vaccinali. I villaggi sparsi in immensi territori erano lasciati soli.  I vaccini erano una chimera, i grandi assenti o meglio i grandi sconosciuti.  Andando avanti negli anni le campagne di vaccinazioni portate avanti dagli enti internazionali, da congregazioni di vari credi religiosi, da Onlus sempre più presenti, hanno cambiato la sorte di interi popoli. Il problema allora era reperire i vaccini, organizzare il trasporto, garantire la catena del freddo. E la questione principe nei villaggi, quando tra mille difficoltà i vaccini arrivavano era dove stoccare queste dosi preziose di vaccini che spesso arrivavano da spedizioni quasi clandestine?  Nella maggior parte dei villaggi infatti non c’era la corrente elettrica e ambulatori, spesso piccole capanne in terra e sterco e gli health center, belli a vedersi da lontano, non avevano frigoriferi né tanto meno generatori. I più forniti avevano vecchi frigoriferi a cherosene, che la maggior parte delle volte non si trovava una volta esaurite le scorte. Questa era l’Africa di tanti anni fa. E gli sforzi personali di tante persone si scontravano contro queste realtà. Il nostro pensiero era, non ce la faremo mai, ma … andiamo avanti lo stesso.  

vecchi frigoriferi a cherosene
vecchi frigoriferi a cherosene

Poi lo sforzo dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e di altri Enti Internazionali e di tanti enti privati di buona volontà hanno agito sui governi nazionali rafforzando sempre più la coscienza che una buona organizzazione sanitaria pubblica e giuste campagne vaccinali imposte dal livello governativo,avrebbero cambiato il volto delle proprie nazioni e dell’Africa nel suo insieme salvaguardato la vita di milioni di persone, in particolare bambini. E così è avvenuto. Le nazioni africane hanno preso coscienza che il bene della popolazione era il bene dei governi, per lo meno per la salute.

Già a metà degli anni ‘90, ed io ne sono testimone, i tanti bambini storpi si erano sensibilmente ridotti. All’uscita dagli aeroporti sempre più ragazzini urlanti, saltellanti, pieni di vita e sempre meno tavolette mobili con sopra corpicini deformi e grucce posate sui muri delle strade. Poi, avanti negli anni 2000, dai nostri fuoristrada, mezzi sempre stridenti con le realtà e la povertà di cittadine e villaggi, ma necessari per il nostro lavoro, cercavamo agli angoli delle strade, o lungo le infinite piste in terra rossa, queste piccole creature sfigurate da un virus, il poliovirus che non perdonava e non perdona. Ma un po’ per volta sono diminuite fino a sparire. Migliaia di chilometri percorsi lungo le polverose strade africane. Prima con la presenza costante e diffusa di bambini o adulti poliomielitici, testimoni viventi della aggressione di un virus deformante. Poi grazie ai vaccini rapidamente scomparsi nel corso degli anni 2000, sempre più testimoni della forza delle vaccinazioni. Le tavolette a rotelle con i corpicini deformi non si vedevano più. I vaccini antipolio somministrati in campagne di vaccinazioni studiate e gestite in modo capillare, costante, organizzato e con mezzi sempre più moderni hanno avuto il sopravvento sul poliovirus.

vaccinazione antipolio in Africa
vaccinazione antipolio in Africa

I numerosi sforzi prima di singole organizzazioni private e poi delle più forti organizzazione degli Stati coordinati da OMS con il supporto di UNICEF e tanti altri organismi sono serviti. L’Unione Africana, che ha riunito tutti gli stati ed i governi africani ha contribuito non solo a formare una coscienza ma a fornire organizzazione e fondi per queste campagne. Non è stata lotta vana. L’ultima battaglia è stata condotta in Nigeria. Terra difficile, ma decisa quando ha capito che il bene del suo popolo passava anche sconfiggendo la malattia. E la malattia e la vita di milioni di persone passava attraverso la prevenzione vaccinale. Un territorio immenso, una popolazione sterminata, la furia delle armate di Boko Aram, i santoni locali, le diffidenze verso tutto e tutti, il sangue di gallo versato sulle gambe malate dei poliomielitici, antiche tradizioni tribali. E nonostante tutto questo le campagne vaccinali hanno preso piede. Nonostante la difficoltà di mantenere i vaccini con la giusta catena del freddo, di trasportarli per sentieri e piste tra savane e foreste, in ogni dove, di raggiungere i villaggi più sperduti, la battaglia è stata vinta. L’Africa ha raggiunto il 95% di copertura per il vaccino contro la poliomielite . La battaglia è veramente vinta. Non abbassiamo la guardia. Continuiamo a fornire in modo capillare e a tutte le poipolazioni, anche nei villagi più periderici e sperduti, quel bene prezioso che ha sconfitto la POLIOMIELITE IN AFRICA, ovvero i vaccini. 

La Poliomielite prima scomparsa dall’Europa, poi dalle Americhe, Oceania, Asia come una macchia d’olio. Ora dall’Africa. Il virus arretra ovunque. Resiste con qualche caso dove la guerra impedisce una buona e corretta gestione della salute pubblica. Afganistan e Pakistan terre martoriate da lotte fratricide e lì il poliovirus ancora resiste. Ma siamo convinti che per l’amore di tanti bambini la guerra ed il terrore tra popoli lasceranno spazio alla guerra verso il virus. Una guerra combattuta con l’arma delle vaccinazioni

Una guerra da estendere e da continuare nei confronti di tante altre malattie. Trascinati dall’esempio e dalla vittoria prima sul vaiolo, malattia sparita agli inizi degli anni ’80, l’ultimo caso in Somalia nel 1981; ed ora della vittoria sul Poliovirus, in particolare in Africa dove nessuno scommetteva su questo successo.

Un pensiero ai NO VAX. Neanche questa vittoria sul Poliovirus, una vittoria di tutta l’umanità su uno dei peggiori virus che ha condizionato e distrutto la vita di milioni di persone,  vi convince della bontà delle campagne di vaccinazioni? L’ AFRICA POLIO FREE dovrebbe farvi capire che anche i vaccini hanno un fondamento, un qualche cosa di buono. Anche una malattia mortale e gravemente invalidante come la poliomielite si può combattere e vincere. Nonostante questa vittoria di tutta l’umanità i vaccini sono e rimangono il vostro grande nemico; ma questa volta, con questa notizia inaspettata a tutti noi, un traguardo considerato irraggiungibile fino a qualche anno fa, forse le diatanze si possono ridurre, forse potete cominciare a ricredervi un pò. 

E comunque una raccomandazione da medico che di campagne vaccinali ne ha fatte diverse, nelle condizioni e nei paesi più diversi.  Non 

AFRICA POLIO FREE
AFRICA POLIO FREE

abbassiamo la guardia verso il poliovirus e verso tutte le altre malattie che si combattono con le vaccinazioni. Supportiamo e facilitiamo in tutto il mondo le campagne di vaccinazioni, dalle donne in gravidanza, ai neonati e piccolissimi bambini. Non dimentichiamo i richiami nei tempi giusti, e ricordiamoci da adulti di rafforzare il nostro sistema immunitario con i richiami periodici. Il vaccino antipolio sta facendo il suo miracolo, il virus prima in ritirata forzata in Africa è stato sconfitto. L’AFRICA è POLIO FREE. Ora lottiamo in Afganistan e Pakistan ed eliminiamo il virus anche da questi paesi e rendiamo il mondo POLIO FREE. Ce la possiamo fare e questa volta questa situazione è alla portana di mano.

 

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